Ricucito lo strappo tra i vescovi e il governo, da lunedì si riparte con i funerali. Per le messe in generale si sta lavorando ma è probabile un via libera dall'11 o 18 maggio. È in questo secondo 'step' che le persone che hanno perso un caro in queste settimane di confinamento, senza poter dare neanche l'ultimo saluto con un funerale, potranno chiedere di celebrare una messa in suffragio. Per la Chiesa si tratta di una 'rivoluzione' alla stregua di quella già affrontata nei supermercati e nei posti di lavoro. Il termo-scanner per controllare la temperatura e mascherine per tutti, compreso il sacerdote, almeno al momento della distribuzione della Comunione. Come preannunciato saranno solo 15 i fedeli ammessi ai funerali e dovranno tenersi ad almeno un metro di distanza l'uno dall'altro. I funerali dovranno essere celebrati "preferibilmente all'aperto", ma non si esclude la possibilità di farli in chiesa con una richiesta ai parroci di provvedere alla sanificazione degli ambienti. In ogni caso nessuno potrà mettere piede ai riti, sia se si svolgano in chiesa sia all'aperto, se la linea del termometro segnerà una temperatura superiore ai 37.5 gradi. Saranno messi alla porta anche coloro che hanno qualsiasi sintomo influenzale. Per la Comunione nessuno si dovrà muovere dai banchi ma sarà il sacerdote ad andare dai fedeli, sempre tenendo una adeguata distanza, con l'ostia. Dovrà avere bocca e naso coperti da mascherina e le mani precedentemente igienizzate. Infine tutto si deve svolgere in un tempo contingentato, senza dilungarsi, e in uno stesso luogo. Vietati i cortei funebri dietro il feretro. Si tratta di disposizioni molto dettagliate che faranno da apripista a quelle future sulle messe per le quali si pone però il problema se e come stabilire un 'numero chiuso'.