Da ieri sera c'è un termine sul quale in tanti discutono: congiunti. Il riferimento è a un passaggio del decreto firmato dal premier Conte che adesso autorizza, tra gli spostamenti, anche le visite ai congiunti.
Ma chi sono i congiunti? La definizione "da vocabolario" è "familiari", il governo, invece, pare voglia riferirlo a quelli più stretti, ovvero a figli, genitori, nonni, nipoti, cugini. Ma il termine non fa parte del vocabolario giuridico e a questo punto i dubbi sono tanti e lo si percepisce dalle domande poste su Google e sui social. Per esempio: i fidanzati sono congiunti? Sebbene il decreto non vada a fondo nella questione, l'intenzione del governo è far rientrare tra i congiunti anche le coppie di fatto.
E intanto arriva la protesta di Arcigay, che per bocca del suo segretario generale Gabriele Piazzoni commenta: "Il fatto che l'allentamento delle restrizioni sulle relazioni sociali sia circoscritto alla definizione di 'congiunti', che nei nostri codici è riferita inequivocabilmente alla dimensione formale della parentela, di sangue o acquisita, rappresenta un inedito e inaccettabile intervento dello Stato nella definizione della gerarchia degli affetti".
Arcigay condivide "la prudenza con cui ci sia avvia al superamento del lockdown della fase 1" ma alcune disposizioni "lasciano sconcertati". Un intervento "inaccettabile", sottolinea Piazzoni è in particolare quello riferito alle possibili visite ai 'congiunti', "che taglia fuori ciò che lo Stato non vede o non riconosce, come ad esempio i genitori sociali non ancora riconosciuti all'interno delle famiglie omogenitoriali o le relazioni elettive che in alcuni casi sostituiscono addirittura quelle determinate dai legami biologici".
Sul caso interviene anche la senatrice del Pd Monica Cirinnà: "Condivido la prudenza del Governo nella scelta di graduare le aperture. Allo stesso tempo, non condivido la scelta di limitare le visite in sicurezza ai soli
congiunti, perché non tiene conto della pluralità delle esperienze e degli affetti".
E ancora: "Esistono relazioni significative che vanno al di là dei legami giuridici e di sangue, e relazioni che attraversano i confini delle Regioni: penso innanzitutto alla situazione di alcune famiglie separate, alla condizione delle coppie non conviventi o delle famiglie arcobaleno non riconosciute, ma anche ai tanti legami di affetto tra persone sole, che vengono ignorati dal decreto", prosegue.
"Se si decide di venire incontro, seppur limitatamente, a specifiche esigenze affettive, si deve farlo nel rispetto della pari dignità e dell'autodeterminazione delle persone. Le solitudini sono tante e diverse, e non possono essere ignorate. Mi auguro che si intervenga presto a precisare, anche solo in via interpretativa, la portata del decreto approvato ieri sera, su questo specifico punto e ferme restando tutte le necessarie precauzioni. La ritengo una assoluta priorità e mi batterò per questo", conclude.
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