Si è aperta ufficialmente in tutta Italia sabato 14 settembre la stagione venatoria 2019/2020: "cinque mesi di spari che causeranno milioni di vittime tra le specie selvatiche". Ad affermarlo è l'Ente Nazionale Protezione Animali (Enpa), che chiede al governo una "stretta" anche in relazione al "pesante tributo di vite umane" a causa delle doppiette: "solo lo scorso anno - denuncia - gli spari hanno infatti causato 80 vittime, tra morti e feriti".
Da sabato si può dunque sparare in tutta Italia, anche se quest'anno l'apertura della caccia è stata anticipata all'1 settembre in alcune regioni per determinate specie. C'è poi, rileva l'Enpa, "la piaga del bracconaggio, che uccide sotto-traccia dodici mesi su dodici". Insomma, denuncia l'associazione, "la vera minaccia alla sicurezza, per le persone come per gli animali, è legata alla presenza di armati nelle nostre campagne e non certo a lupi e di orsi".
Per questo, l'associazione chiede un forte intervento del governo per garantire una "tutela effettiva a tutti coloro i quali risiedono nelle zone di caccia". Servono anzitutto, è il monito dell'Enpa, "controlli serrati sul territorio, per i quali lanciamo un accorato appello ai ministri dell'Interno e della Difesa, perché negli anni passati le azioni di prevenzione sono state fortemente indebolite dallo scioglimento della Polizia Provinciale e dalla transizione del Corpo Forestale nell'Arma dei Carabinieri".
L'Enpa chiede inoltre di stabilire limiti di età alla detenzione di armi e condurre verifiche annuali sull'idoneità psico-fisica dei cacciatori, mentre oggi la normativa prevede che tali verifiche siano fatte ogni cinque anni. Necessario anche, secondo l'associazione, "un giro di vite contro i reati venatori", che andrebbero considerati dal nostro Codice Penale come "delitti, quindi con pene più severe, tra cui la reclusione. Per questo chiediamo al ministro dell'Ambiente di farsi promotore di iniziative in tal senso".
Caricamento commenti
Commenta la notizia