Giovedì 19 Dicembre 2024

Istat: record di anziani per l'Italia, Sicilia regione con più diseguaglianze sociali

«Non si ferma la crescita dell’indice di vecchiaia che al primo gennaio 2018 raggiunge quota 168,9: il rapporto tra gli anziani (65 anni e più) e i giovani (meno di 15 anni) registra così un nuovo record nazionale». Lo rileva l'Istat nel rapporto 'Noi Italia'. «In ambito europeo, l’Italia - sottolinea l’Istituto di statistica - si mantiene al primo posto nella graduatoria decrescente per l’indice di vecchiaia». «La stima per il 2018 del tasso di fecondità totale si attesta su una media di 1,32 figli per donna, in linea con il 2017, un valore sensibilmente inferiore alla cosiddetta 'soglia di rimpiazzo' che garantirebbe il ricambio generazionale». Inoltre, «nella graduatoria europea, il nostro Paese si colloca all’ultimo posto per fecondità, insieme alla Spagna». Nel 2017 crescono sia l’incidenza di povertà assoluta (6,9% delle famiglie residenti) sia quella relativa (12,3% delle famiglie). Si conferma il forte svantaggio del Mezzogiorno, con il 10,3% delle famiglie in povertà assoluta e quasi un quarto in povertà relativa. Sicilia e Lazio sono le regioni dove la diseguaglianza, misurata in termini di concentrazione del reddito, è più elevata mentre nelle regioni del Nord-est prevale una maggiore uniformità. Nel confronto con i Paesi dell’Ue, l’Italia presenta un valore più alto di quello medio europeo (0,307). Nel 2017 in Italia si riduce in misura decisa la quota di persone che vivono in famiglie gravemente deprivate (10,1%, due punti percentuali in meno rispetto al 2016). Le incidenze più elevate si registrano in Sicilia e Campania (oltre un milione di individui). Il nostro Paese supera di 3,5 punti percentuali la media europea, confermandosi al nono posto tra i Paesi con i valori più elevati. Per quanto riguarda gli stranieri presenti nel Paese:  «Al primo gennaio 2018 risiedono in Italia 5,1 milioni di cittadini stranieri, l’8,5% del totale dei residenti. Rispetto ad un anno prima aumentano di 97 mila unità (+1,9%)». «Al primo gennaio 2017, data più recente della disponibilità dei dati a livello europeo, l’incidenza degli stranieri in Italia è pari a 8,3%, dato leggermente superiore alla media Ue», spiega l’Istituto. Il Paese si colloca «al l quattordicesimo posto nella graduatoria decrescente dei 28 paesi, l’Italia segue la Germania (11,2%), la Spagna (9,5%) e il Regno Unito (9,2%). Precede invece la Francia (6,9%)». Un confronto in cui, rimarca l'Istat, si deve tener presente della «storia dell’immigrazione» che in certi Stati «ha radici più antiche e una quota più rilevante di residenti originariamente cittadini stranieri può aver acquisito la cittadinanza».

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