I Paesi scandinavi potrebbero non essere il posto più felice al mondo. Ad insidiare il loro primato - stabile stando ai dati del rapporto Onu World Happiness Report 2019 che vede in testa la Finlandia, seguita da Danimarca e Norvegia - potrebbe essere il Sud dell'Europa.
In particolare la Catalogna, in Spagna, dove il benessere mentale sembra essere maggiore. A rilevarlo è uno studio guidato dalla University of Southern Denmark, insieme alle Università inglesi di Warwick e di Loughborough, pubblicato su Psychiatry Research e diffuso in un
articolo su The Conversation.
Quest’anno lo studio ha deciso di concentrarsi, in modo particolare, sul nesso esistente tra
felicità, socialità e nuove tecnologie digitali. Gli studiosi spiegano che nel report Onu la felicità viene misurata usando una scala di valutazione della vita, che chiede di esprimere un giudizio partendo da zero (la 'vita peggiore possibile') e arrivando a dieci ('la vita migliore possibile').
Ma tali misure sono fortemente influenzate dalle condizioni economiche e vi sono scarse approssimazioni sulla salute e il benessere mentale.
Proprio su questo aspetto ha voluto focalizzarsi la ricerca, che ha utilizzato una scala che chiedeva fino a che punto una persona si fosse sentita bene e fosse in grado di pensare chiaramente, affrontare problemi e socializzare nelle due settimane precedenti.
Applicandola, in un sondaggio online, su 3508 danesi e confrontandoli con residenti di Islanda, Catalogna e Regno Unito, è emerso che coloro che vivono nella regione spagnola hanno ottenuto un punteggio molto più alto sul benessere mentale. Ci possono essere caratteristiche della cultura e dello stile di vita catalano che secondo i ricercatori possono promuovere il benessere mentale più facilmente che in altri luoghi. Un alto reddito come in Scandinavia può portare a valutazioni della vita migliori, ma lo stesso non vale per la salute mentale, evidenziano gli studiosi, secondo cui l'etichetta del "posto più felice del mondo" può essere fuorviante, anche perché nei Paesi scandinavi crescono le diseguaglianze.
Il World Happiness Report quest’anno si concentra sulla relazione tra felicità e comunità, con uno speciale focus sulla tecnologia, le norme sociali, i conflitti e le azioni di governo che hanno condotto a tali cambiamenti. Uno dei capitoli del rapporto è dedicato a generosità e partecipazione degli individui nella società, per dimostrare quanto la partecipazione elettorale, i big data, l’uso di Internet e le dipendenze incidano sul livello di felicità percepito.
Tra i 20 Paesi che hanno acquistato più posizioni rispetto ai dati 2005-2008, 10 si trovano in Europa centrale e orientale, 5 sono nell’Africa subsahariana e 3 in America Latina. I 10 Paesi con il più marcato declino sono quelli in cui ci sono state combinazioni di fattori economici politici e sociali negativi: i cali maggiori sono stati in Yemen, India, Siria, Botswana e Venezuela. In generale, però, tenendo in
considerazione la crescita della popolazione, il livello di felicità nel mondo è calato negli ultimi anni, ammoniscono gli autori in una nota
E l'Italia? Sarebbe diventata più felice. Nella classifica del 'World Happiness Report 2019' conquista il
36esimo posto su 156 paesi analizzati, risalendo 11 posizioni. In particolare il Belpaese raggiunge buoni risultati in termini di supporto sociale (23° posto in classifica) e generosità (48°), ma come al solito riscontra un rendimento negativo per quanto riguarda la corruzione (128° su 156) e il ruolo professionale (132° gradino della piramide).
Una insoddisfazione nel proprio lavoro è riscontrata addirittura dal 50% dei lavoratori e che inevitabilmente impatta in maniera negativa anche sul rendimento produttivo e sulle performance dei dipendenti in azienda.
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