Volano i consumi di paste speciali, dal bio, al senza glutine, al kamut, farro e con spezie e legumi, aumentati in un anno del 12%, con punte del 18% nel caso dell’integrale. Merito dei pastai italiani che investono in innovazione, ricerca e sviluppo 500 milioni di euro l’anno, il 10% del fatturato del settore, per migliorare la qualità, sapendo intercettare le tendenze del mercato. E’ il quadro tracciato da Aidepi (Associazione Industrie del Dolce e della Pasta Italiane), nel precisare che secondo un’indagine Iri, 1 italiano su 2 si dichiara interessato a nuovi ingredienti e nuovi tipi di pasta. Oggi il 57% dei consumatori orienta le proprie scelte tenendo in considerazione prodotti nuovi o già esistenti, ma con gusti rinnovati. La pasta è un alimento tipico della tradizione, consumato dal 99% degli italiani, in media circa 5 volte a settimana, che riesce a mantenersi protagonista della spesa anche per la sua capacità di interpretare tendenze, cambiamenti degli stili di vita, nuove frontiere del gusto e della nutrizione. "In un mercato sempre più competitivo possiamo vincere solo puntando sulla qualità che va di pari passo con ricerca e innovazione", spiega il segretario generale dei pastai di Aidepi, Luigi Cristiano Laurenza, "stiamo rispondendo a un consumatore sempre più attento a gusto, salute e sostenibilità con una pasta sempre più personalizzata, dall’integrale al gluten free, fino a quella con spezie, legumi e superfoods o addirittura quella realizzata con la stampante 3D". Secondo l'indagine, il segno del cambiamento nella pasta, secondo il 48% dei consumatori, è quella senza glutine, mentre per 2 su 10 quella a base di farine proteiche (es. ceci e legumi) e per quella arricchita con verdure. Internet, infine, è il canale principale per chi è alla ricerca di novità e informazioni sulla pasta e i più informati sono i Millennials (il 33% del campione).