Lunedì 23 Dicembre 2024

Al bando gli improvvisati, ora l'influencer è una professione: nasce in Spagna la prima laurea

Chiara Ferragni

La più pagata al mondo pare sia Huda Kattan, beauty blogger e fondatrice di una propria linea di cosmetici, che può contare su oltre 26 milioni di follower solo su Instagram: ogni sua foto, lancio, ''consiglio" si calcola arrivi a un engagement di 54 milioni di utenti. Al costo, secondo uno studio dell’Hopper Hq, di 18 mila dollari a post. La «nostra» Chiara Ferragni, per intenderci, con quasi 14 milioni di follower, potrebbe assicurarsi un cachet da 12 mila dollari a post. Ma anche senza volare così in alto con i numeri, basta scorrere social e Youtube, per contare una miriade di nuovi esperti (e non) da migliaia di like a foto, pronti a raccontare di un brand piuttosto che di una location. Professione, influencer. Ora, però, ci sarà una laurea ad attestarlo. Nasce infatti in Spagna il primo corso universitario di formazione per Influencer professionisti. A offrirlo, l'Università Autonoma di Madrid (UAM) all’interno della Escuela de Inteligencia Economica, con la collaborazione di Ibiza Fashion Week. Per direttore onorario, la stilista Agatha Ruiz de la Prada, circondata da un pool di docenti «di chiara fama». Il corso, intitolato Intelligence Influencers: Fashion & Beauty, si legge nelle note dell’Università, nasce in risposta «alla tendenza al declino del marketing tradizionale a fronte invece del forte incremento di quello nel settore social». Obiettivo, formare i cosiddetti influencer, combattere la sempre più diffusa «mancanza di preparazione» e tutte quelle «cattive pratiche» che costituiscono un grave ostacolo sia alla fiducia di produttori e brand che allo sviluppo e alla sostenibilità delle professione. Al bando gli improvvisati, dunque. Ma anche i furbetti, oggetto di attenzione negli ultimi giorni anche del nostro Antitrust che ha ribadito lo stop a foto, video e commenti a sostegno di questo o quel brand senza indicare esplicitamente che si tratti di pubblicità. «Una forma di comunicazione - specifica l’Autorità - inizialmente utilizzata da personaggi di una certa notorietà, che si sta ora diffondendo presso un numero considerevole di utenti dei social network anche con un numero di follower non particolarmente elevato». Per avere un’idea dell’incidenza sul pubblico, secondo un recente report Mintel il 34% dei ragazzi americani sceglie le star dei social come modello, più di cantanti (seguiti dal 33% dei ragazzi), attori (22%) e del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump (16%). Ma non tutto quel che luccica è oro, se è vero che come le fake news ora si da la caccia ai fake followers degli influencer: in alcuni casi, con punte di 100 mila commenti falsi ogni 120 mila, ovvero postati da appositi software bot. Il primo corso universitario per influencer partirà dunque il 22 ottobre a Madrid, con l’inizio delle lezioni della UAM e consisterà in 20 crediti ECTS (pari a 160 ore di frequenza), tra materie come psicologia della moda, comunicazione e creatività. Al termine, lo studente che abbia completato il percorso con successo, superando prove ed esami previsti, sarà «in grado di utilizzare le conoscenze acquisite per fare della sua attività da influencer l’inizio di una professione». Per chi non potesse frequentare di persona l’Università, esiste anche la formula Virtual Classroom per seguire lezioni e master via streaming, senza diploma finale, ma con attestato di frequenza e/o utilizzo del corso.

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