ROMA. Il numero dei diabetici nel nostro paese è più che raddoppiato negli ultimi 30 anni. E la malattia, anche se spesso passa per anni inosservata, non è priva di conseguenze sugli organi del corpo, dai reni al cuore, dagli occhi agli arti.
«Prevenire il diabete si può», questo lo slogan della nuova campagna, realizzata dal Ministero della Salute e che vede come testimonial Amadeus. Obiettivo, quello di ricordare che l’insorgenza di questa malattia, che colpisce 5 milioni di persone in Italia, è possibile grazie a uno stile di vita sano.
Rappresenta, ricorda il Ministero, «un grosso problema sia di tipo sociale che economico: la spesa sostenuta dal Servizio sanitario nazionale per curare le persone con diabete ammonta a circa 15 miliardi». E «la spesa sanitaria pro capite annua nelle persone con diabete è circa doppia rispetto a quella dei non diabetici».
Se il diabete di tipo 1, o giovanile, è di origine autoimmune e non prevenibile, quello di tipo 2 rappresenta il 90% dei casi ed è correlato a fattori di rischio comportamentali, come fumo, sovrappeso, consumo eccessivo di alcol, scarso consumo di frutta e verdura e sedentarietà. Uno stile di vita sano, quindi, «è da considerarsi il metodo più efficace per evitare o, ritardare l'insorgere di questa forma di diabete».
Promuovere prevenzione è l’obiettivo della legge 115 del 1987, prima legge quadro al mondo a dettare principi generali in materia. Ma 'prevenire' è anche la parola al centro della campagna del Ministero che vede coinvolte società scientifiche e associazioni di pazienti e i cui messaggi saranno diffusi attraverso stampa e spot per radio e tv.
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