ROMA. Ma che cosa mettono in tavola le persone che sono riuscite ad arrivare a cento anni e oltre, come hanno vinto la sfida del benessere che arriva dall'alimentazione? La risposta sul rapporto tra cibo e longevità arriva dall'Associazione Italiana Gastroenterologi ed endoscopisti Ospedalieri (Aigo) al convegno annuale della Federazione italiana delle società delle malattie dell'apparato digerente (Fismad)) che si terrà dal 21 al 24 marzo a Roma. Nel piatto dei centenari ci sono cose semplici, ogni pasto è composto in media dal 70% di vegetali, di cui però solo il 20% è frutta perché contiene molti zuccheri, e per il 30% di proteine magre, tutto condito da abbondante olio d'oliva. Gli spuntini sono come quelli di una volta, frutta secca e olive. Insomma, consumare in abbondanza vegetali a ogni pasto, prediligere grassi vegetali, preferire pane e farine integrali, scegliere come fonti di proteine i legumi, le uova, i formaggi e in misura minore il pesce. E' importante inoltre che gli alimenti siano poco raffinati e non di origine industriale. "Il cibo è una vera medicina naturale, che cosa si mangia è importante e altrettanto quanto si mangia: uno dei segreti di lunga vita è sintetizzato dal detto giapponese 'hara hachi bu', alzarsi da tavola quando si è sazi solo all'80%. Tutti gli studi sulle popolazioni dove si concentra il maggior numero di centenari - dalla Grecia alla Sardegna - mostrano infatti che questi ultimi hanno in comune una restrizione delle calorie assunte", spiega Gioacchino Leandro, presidente dell'Aigo.