ROMA. Ficarra e Picone non iscriveranno più un loro film ai David di Donatello, almeno fin quando il regolamento non verrà modificato. Il duo comico spiega il perché di questa scelta in una intervista al Corriere della Sera: «È scritto limpidamente sul sito dei David. Quest’anno hanno votato quasi 1300 persone sulle circa 1500 che ne hanno diritto. Il ragionevole dubbio è che non tutti abbiano visto ognuno dei 120 film in concorso. È un impegno gravoso. Difficile pensare che tutti riescano a vederli. Noi tre anni fa, proprio perché non riuscivamo a farlo, ci siamo cancellati dalla giuria: era un atto doveroso». «Non è una battaglia che facciamo per noi - continuano i due - il nostro intento è rendere un servizio a tutti quelli che sono candidati, garantendo pari opportunità e dignità. Ci sembrava ingiusto votare favorendo un film e danneggiandone un altro. Non solo perché non riuscivamo a vederli tutti. Perché c’è anche questa considerazione da aggiungere: noi facciamo cinema da dieci anni, ma non pensiamo di avere le competenze per giudicare, ad esempio, il miglior trucco e parrucco, il miglior montatore o i migliori effetti digitali. Ci siamo cancellati dalla giuria perché il sistema di voto, in questa confusione, può generare risultati paradossali». Una scelta drastica, ma necessaria: «Il David è dato in nome del presidente della Repubblica. Sono i nostri Oscar, sono importanti. E serve rispetto per tutte la personalità che incidono in un film: l’incasso si lega al nostro nome, ma tutti gli altri? Il cinema è un lavoro di gruppo. E poi, come in fondo racconta anche il nostro film, è sbagliato girarsi sempre dall’altra parte. Se qualcosa non ti piace, proponi un cambiamento. Siamo convinti che i tempi siano maturi per avviare un rinnovamento e cercare di togliere certe irrazionalità».