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Da Erice a Ciminna fino a Noto, la fantasia di Natale è... dolce

CIMINNA. Moltissimi paesi e città siciliani hanno specialità alimentari legate alle ricorrenze natalizie. A Ciminna non è Natale se non si mangia la tipica focaccia ripiena detta ‘nfriulata. È però nei dolci che la fantasia siciliana si sbizzarrisce definitivamente, come al tempo in cui i conventi erano pieni di monache, e differenti versioni di dolci di mandorle natalizi esistono in quasi tutti i paesi siciliani. A Mirto c’è chi ha inventato enormi e magnifiche Stelle di Natale ripiene di nocciole, cedrata e pasta di mandorle. A Randazzo per Natale il vin cotto è mischiato a mandorle e nocciole nei locali dolci terremulluri, a Lipari si insinua nella pasta dei contorti e bellissimi spicchitedda natalizi.

Poco prima di Natale nelle vetrine di Erice fanno la loro comparsa i grandi cuori ripieni di cedrata con il Bambino Gesù al centro: Maria Grammatico è l’unica a saperli ancora confezionare. Il dolce natalizio siciliano più noto è il buccellato (o cucciddatu) dal latino tardo buccellatum che, secondo la definizione di un vocabolario, si riferiva a «pane adatto a diventare un boccone per la sua morbidezza».

 Palazzolo Acreide e a Noto, dove hanno forma a esse, impanatigghi (dallo spagnolo empanadillas) a Ciminna dove sono ripieni di mandorle e mele.

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