MILANO. Non è un caso che il cane sia diventato il migliore amico dell’uomo: il suo cervello contiene il doppio dei neuroni rispetto a quello del gatto. A mettere un punto fermo nell’eterna lotta tra Fido e Micio, è il primo 'censimento' delle cellule nervose presenti nella parte più evoluta del cervello (la corteccia cerebrale) di otto specie di carnivori, domestici e selvatici, inclusi orsi, leoni, furetti, iene, manguste e procioni. Lo studio è pubblicato sulla rivista Frontiers in Neuroanatomy da un gruppo internazionale di ricerca guidato dalla Vanderbilt University, negli Stati Uniti. «In questo studio volevamo confrontare diverse specie di carnivori per vedere la relazione tra il numero di neuroni e le dimensioni del cervello», spiega la neuroscienziata Suzana Herculano-Houzel. «Penso che il numero di neuroni di un animale, specialmente nella corteccia cerebrale, determini la ricchezza del suo stato mentale e la sua abilità nel prevedere cosa accadrà nell’ambiente circostante sulla base delle esperienze precedenti». A quanto pare, i numeri promuovono a pieni voti il cane, un vero 'cervellonè che conta ben 530 milioni di neuroni corticali, contro i 250 milioni del gatto. Niente a che vedere con i 16 miliardi di neuroni dell’uomo, certo, ma di sicuro un bel gruzzoletto utile a superare le difficoltà di tutti i giorni. «Premesso che sono cinofila al 100% - ammette la ricercatrice - i nostri dati suggeriscono comunque che i cani hanno la capacità biologica di fare cose più complesse e articolate rispetto ai gatti. Per lo meno, adesso abbiamo delle informazioni di carattere biologico da usare nelle discussioni su chi sia più intelligente, tra cane e gatto». Abbandonando per un attimo il ring tra cinofili e gattari, sull''Arca di Noè delle neuroscienze si trovano tanti altri numeri interessanti. Si scopre ad esempio che i carnivori non hanno sempre un cervello più evoluto degli erbivori, anzi: quelli di taglia medio-piccola hanno un rapporto tra neuroni e dimensioni del cervello che è paragonabile a quello degli erbivori. I grandi carnivori, invece, hanno cervelli più grossi ma più poveri di neuroni: il leone, ad esempio, ne conta meno di un golden retriever, mentre l’orso bruno ne ha quanti il gatto, sebbene il suo cervello sia 10 volte più grande. Infine emerge a sorpresa il procione che, per quanto piccolo, ha un numero di neuroni paragonabile a quello dei primati.