ROMA. Scacco matto all'insonnia con più pesce, fonte di vitamina D, nella dieta. Lo afferma Federcoopesca-Confcooperative, nel ricordare che una dieta più leggera e ricca di prodotti ittici durante i mesi invernali aiuta a controbilanciare la carenza di vitamina D legata alla minor esposizione al sole, tra le cause delle difficoltà a prendere sonno. Secondo un’indagine di Federcoopesca, infatti, per 1 italiano su 3 la minor esposizione al sole, legata al cambio dell’ora, infatti è fonte di stress. Il ritorno all’ora solare porta stanchezza, nervosismo e insonnia, che spesso si sfogano a tavola con una alimentazione troppo sbilanciata, ricca di carboidrati e zuccheri. I più soggetti sono le «allodole», persone più attive al mattino presto, che risentono di più dei nuovi ritmi sonno-veglia. Pesci, molluschi e crostacei sono in grado di garantire il 38% del totale di vitamina D in una dieta; il livello nel sangue di questa vitamina, infatti, precisa l’associazione, è dovuto agli alimenti consumati ma anche all’esposizione al sole fino ad un massimo del 30%. Per fare il pieno di vitamina D, Federcoopesca suggerisce, trota, tonno, sgombro e anguilla, che ne contengono dalle 400 alle 580 Ui (Unità internazionale). Con 50 grammi di sardine si ha il 70% della quantità giornaliera di vitamina D raccomandata in una dieta, mentre 85 grammi di tonno si ha esattamente al fabbisogno quotidiano di cui il nostro organismo ha bisogno. Ma dal pesce arriva un aiuto importante anche in occasione della Giornata mondiale dell’ictus cerebrale che si celebra domenica 29 ottobre. Consumare pesce 3-4 volte a settimana riduce questo rischio, come rivela uno studio dell’istituto Karolinska di Stoccolma. Sono proprio gli Omega-3 a proteggere il cervello dall’ictus, riducono il colesterolo e rinforzano le cellule nervose.