ROMA. Sono partiti da Camarina sotto la pioggia, sperano che il tempo sia clemente quando arriveranno tra 40 giorni a Mozia, nella parte opposta della Sicilia.
A piedi percorreranno 577 chilometri i cinque ricercatori e camminatori che ricostruiranno i passaggi, i tracciati e le vecchie trazzere dell'antica trasversale sicula: una storia lunga tre millenni.
La spedizione è guidata da Tano Melfi, Peppe De Caro e Giuseppe Labisi. Sono coadiuvati da Claudio Lo Forte e Andrea Puccia della Protezione civile "Giuseppe Caruano" di Vittoria che assistono i camminatori in collaborazione con le altre associazioni di volontariato lungo i 36 comuni attraversati. La prima tappa del lungo viaggio ha toccato Scoglitti.
E da qui la spedizione si è mossa lungo l'antica via Selinuntina e il sito di Pantalica. Da lì si dirigerà verso il santuario di Palikè. Quindi si incamminerà alla volta di Morgantina, del lago di Pergusa, di Enna, Hyppana, Entella e Segesta, sino a Mozia. Il gruppo percorrerà regie trazzere borboniche (le strade dell'antichità greca e romana) e tracciati ferroviari dismessi attraverso le antiche strade del vino, del grano, del sale, dell'olio, del miele e dello zolfo. Saranno toccati insediamenti e santuari greci, siculi, sicani, elimi e cartaginesi, molti riconosciuti dall'Unesco per la loro unicità.
Il dipartimento turismo, sport e spettacolo della Regione siciliana fornirà un contributo con un'infrastruttura tecnologica e il proprio gruppo di lavoro LabGis. La spedizione ricostruirà gli aspetti storici, archeologici, naturalistici dei luoghi della trasversale sicula, un tracciato viario di grande importanza nell'antichità.
L'arrivo a Mozia è previsto l'11 novembre.
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