MILANO. Nuovo capitolo nella guerra tra Silvio Berlusconi e Veronica Lario sull'assegno mensile da 1,4 milioni di euro che il leader di Forza Italia, come è stato stabilito nella causa di divorzio in primo grado, dovrà versare alla ex moglie quando la sentenza sarà definitiva. Con lui che punta a ottenere l’azzeramento dell’appannaggio mensile a sei zeri in base alla recente sentenza della Cassazione sul caso Grilli-Lowenstein e lei che si oppone sostenendo di avere il diritto allo stesso tenore di vita goduto durante il loro matrimonio durato 25 anni e al quale ha dato un contributo personale e dal quale sono nati tre figli che ha cresciuto ed educato. Oggi i legali degli ex coniugi sono ritornati in aula a Milano davanti ai giudici d’appello della sezione famiglia, presieduti da Cristina Canziani. Il pool di avvocati della signora Lario guidati da Cristina Morelli hanno sostenuto che il nuovo orientamento sancito dalla Suprema Corte è «sbagliato» e non si deve applicare e hanno invocato la legge sul divorzio laddove, all’articolo 5, fornisce indicazioni sull'assegno di mantenimento. I legali dell’ex premier, invece, rappresentati da Pier Filippo Giuggioli hanno insisto con l’applicazione del nuovo orientamento e hanno chiesto ai giudici, che hanno tempo 60 giorni, di decidere il prima possibile. A loro avviso la ex first lady non ha più diritto agli alimenti in quanto, avendo liquidità per 16 milioni (come è spiegato nella sentenza di separazione del Tribunale del dicembre 2012), gioielli e società immobiliari tra cui quella che ha nome 'Il Poggio", gode di certo di una determinata 'tranquillità' economica ed è autosufficiente. Il sostituto procuratore generale Felice Isnardi, durante l'udienza di oggi durata oltre un’ora, si è rimesso al giudizio della Corte che si è riservata di decidere. Al momento Veronica Lario riceve da Berlusconi 2 milioni di euro al mese, appannaggio stabilito nell’ambito della separazione.