ROMA. Non c'è estate che si rispetti senza un solare da portare in spiaggia. Se ne trovano a gogò, di ogni marca, e di ogni prezzo (variano dai 5 ai 100 euro).
E se il must è cercare il marchio più rinomato, tuttavia si va facendo strada una nuova moda ossia quella dei solari "artigianali". Sono fatti a chilometro zero, e profumano di cocco, menta e chi più ne ha, più ne metta.
E se in passato si puntava a solari che assicuravano una abbronzatura in tempi rapidi, oggi la tendenza è quella di proteggere prima di tutto la pelle.
Una attenzione in più dunque che spinge molti a scegliere solari protettivi, che prevengono le macchie e le rughe. In tal senso, l'Italia primeggia, essendo uno dei cinque Paesi che più consumano questi prodotti. Al primo posto c'è la Francia con 401 milioni di euro spesi in un anno. Secondo per l'Italia appunto con 366 milioni spesi. Segue l'Inghilterra con 280 milioni, Germania con 191 milioni.
Dati che emergono dall'ultimo Sun Protection global Summit che si è svolto a Bruxelles. Rispetto al 2016, i prodotti che mirano alla protezione della pelle, non solo all'abbronzatura, sono aumentati del 2,9%. Secondo gli esperti, "la domanda crescente per i prodotti per la cura del sole e per la cura della pelle multifunzionale stanno aumentando e si prevede un incremento delle vendite pari a di 11,1 miliardi dollari entro il 2020”.
Ma la tintarella non è solo prevenzione. Oggi i solari cercano di conquistare l'acquirente presentandosi con qualche chicca che li renda più accattivanti possibile. C'è dunque l'olio che profuma i capelli, le creme colorate o quelle dotate di filtri minerali. Oppure i solari con formulazione antimacchia specifica per viso e décolleté.
Solari dunque che per composizione e profumazione si avvicinano sempre più a dei veri e propri cosmetici.
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