ROMA. Anche il «re della foresta» piange: negli ultimi vent'anni la popolazione selvatica di leoni è calata del 43%, il che significa che nel giro di tre generazioni questi animali si sono quasi dimezzati.
Per questo in occasione del World Lion Day del 10 agosto alcune delle maggiori organizzazioni di conservazione lanciano campagne di sensibilizzazione con la missione di raddoppiare la popolazione di leoni entro il 2050.
Classificato come «vulnerabile» all’estinzione dall’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn), il leone soffre per perdita di habitat, di prede ma soprattutto per il conflitto con l’uomo. Pesa la «persecuzione» dei cacciatori di trofei che negli ultimi anni ha fatto anche vittime illustri come il leone Cecil, icona del parco nazionale Hwange nello Zimbabwe.
«Dati preoccupanti riguardano il commercio illegale degli animali selvatici e in particolare la caccia per trofeo», sottolinea Cesare Avesani Zaborra, direttore scientifico del Parco Natura Viva di Bussolengo (Verona), in questi giorni impegnato in una spedizione in Namibia. Questo paese africano, aggiunge, «è stato oggetto tra gli anni '80 e '90 della più massiccia pressione di questo tipo sui leoni». Una pressione «da «allarme», afferma Avesani, considerando «che il numero di leoni in Namibia è di appena 600 unità».
In Africa la linea tra la sopravvivenza e l’estinzione per i leoni è tracciata dal deserto: a nord del Sahara non esistono più.
L’Africa sub-sahariana li ospita nei parchi nazionali e nelle riserve private. Si stima che gli individui maturi siano tra i 23 mila e i 39 mila.
Scomparsi duemila anni fa dal Vecchio Continente, gli ultimi leoni asiatici sopravvivono in India, nel Gir Forest Wildlife Sanctuary. Ne sono rimasti poco più di 500.
Lanciato nel 2013 dall’African Lion and Environmental Research Trust, il World Lion Day si celebra il 10 agosto, data scelta perché cade nel segno zodiacale del Leone.
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