ROMA. Tra farmaci, badante, fisioterapista e pannoloni, un paziente su 10 spende oltre 1000 euro al mese di tasca propria. E' quanto costa in media ai cittadini compensare la carenza di servizi territoriali e assistenza a domicilio, secondo il Rapporto di Cittadinanzattiva.
A causa di lentezze burocratiche, spesso, secondo quanto riportano le interviste a 1800 pazienti, si provvede di tasca propria a comprare materiale che arriva in ritardo.
Un cittadino su 4, infatti, attende più di 30 giorni per materasso o cuscino antidecubito, così come per traverse e pannoloni; uno su 3 aspetta un mese per ricevere una carrozzina. Più di uno su 10 attende oltre un mese per avere farmaci indispensabili.
L'esperienza dei cittadini nei confronti di infermieri e fisioterapisti che si recano a casa è positiva ma chiedono di migliorare il grado di tempestività nell'attivazione del servizio: circa il 14% ha incontrato criticità nell'attivarlo.
Quanto alle forme di aggregazione delle cure primarie, che dovrebbero spostare l'offerta di prestazioni sanitarie dall'ospedale al territorio, un esplicito coordinamento tra i due tipi di struttura previsti, ovvero AFT (Aggregazioni Funzionali Territoriali) e UCCP (Unità Complesse di Cure Primarie), è presente nel 63% delle regioni. Inoltre balza agli occhi la diversità di nomi per definire le UCCP: in Emilia Romagna Toscana e Piemonte si chiamano Case della Salute, in Veneto Medicine di Gruppo Integrate, in Piemonte Centri di Assistenza Primaria.
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