ROMA. Si chiamano in gergo 'super flasher' e hanno un primato che
purtroppo non è invidiabile.
Sono le donne che in menopausa sperimentano sintomi più severi e per più tempo, oltre i 5-10 anni della media e sono il 20-25%.
A focalizzare l’attenzione su di loro Rossella Nappi, Professore associato di Clinica Ostetrica e Ginecologica dell’Università degli Studi di Pavia,
a margine della presentazione della campagna «Love yourself- Menopausa da oggi qualcosa cambia».
"Abbiamo un 25% in cui i sintomi sono quasi assenti, quelle donne fortunate che dicono ho la menopausa e non me ne sono accorta. Un 50% che sta in mezzo, in cui i sintomi sono lievi e moderati e durano quell'arco di tempo a cavallo tra i 45 e i 55 anni e poi quelle che si chiamano 'super flasher' - spiega Nappi- i sintomi sono severi e durano molto a lungo. Queste sono donne che sono estremamente più sensibili alla carenza ormonale: non inventano i sintomi, è il cervello che è tanto più sensibile al calo estrogenico. Un cervello più sensibile al calo estrogenico significa un sistema neurovascolare più vulnerabile, e quindi dobbiamo aiutare queste pazienti perché hanno non soltanto una qualità di vita peggiore che poi si riflette ovviamente sul sonno, sulla vita personale e sociale".
«Compito del ginecologo - aggiunge - è riconoscere queste donne e far capire che nel loro caso la vampata ha un significato più profondo per la salute non solo presente ma anche futura. Curare bene la vampata di calore a 50-55 anni significa avere un cuore e un cervello più efficienti dopo i 65 anni».
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