ROMA. L’estate è alle porte e presto potrebbero diventare realtà creme solari molto diverse da quelle attuali.
Sono infatti composte da nanoparticelle sintetiche che imitano le difese naturali della pelle contro i raggi ultravioletti.
Pubblicata sulla rivista dell’Associazione dei Chimici Americani, ACS Central Science, e condotta nell’Università della California a San Diego, la ricerca è riuscita a riprodurre il comportamento delle cellule chiamate melanosomi, che proteggono pelle e occhi dall’effetto dannoso degli ultravioletti.
Il risultato potrebbe avere applicazioni anche per la cura di malattie della pelle, come la vitiligine e l’albinismo, che finora mancano di cure efficaci.
La melanina viene prodotta naturalmente dagli animali in particelle di forme e dimensioni molto varie, ma si è scoperto che estrarla da fonti naturali è più complesso che crearla in laboratorio.
In una persona sana, la melanina viene trasportata alle cellule della pelle sotto forma di melanosomi. I ricercatori, guidati da Nathan Gianneschi, hanno realizzato delle nanoparticelle 'sosià dei melanosomi sfruttando materiali sintetici compatibili con l'organismo.
Una volta ottenute le particelle, i ricercatori ne hanno studiato il funzionamento in cellule umane della pelle in coltura e la loro capacità protettiva dai raggi solari.
Hanno scoperto così che le nanoparticelle sintetiche non solo vengono distribuite normalmente, ma proteggono anche dai danni al Dna dovuti ai raggi ultravioletti.
«Visti i risultati ottenuti, questo sistema - osservano i ricercatori - ha le carte in regola per nuove terapie che aiutino nelle malattie della pelle in cui è coinvolta la melanina».
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