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La storia di Rupi: "Vittima di abusi sessuali, la poesia mi ha salvata"

MILANO. Sbarcata a Milano, la 24enne Rupi Kaur ha voluto raccontare al Corriere della Sera la sua storia.

Figlia di immigrati indiani di religione sikh in Canada, ha un padre camionista e una mamma casalinga. Oggi è famosa per essersi fatta portavoce delle vittime di violenza sessuale e domestica in tutto il mondo.

Lei stessa è stata vittima di violenza sessuale, che le ha "rubato la voce", come lei stessa ha affermato.

A salvarla è stata niente di meno che... la poesia, toccasana per un trauma così grande: "La terapeuta piazza la bambola davanti a te / ha la taglia delle bambine che ai tuoi zii piace toccare", si legge in uno dei suoi componimenti.

E ancora: "Dov’erano le sue mani, tu indichi il punto tra le gambe quello che lui ti ha estorto col dito come una confessione".

Oggi Rupi è una vera e propria star di Instagram. Fa parte della nuova generazione chiamata "Instapoets" ossia "i poeti di Instagram".

Grazie alle loro poesie condivise sui social, sono ormai famosi. Anche Rupi ha iniziato a condividere le sue poesie, conquistando un milione di follower su Instagram. Molte delle sue fan sono donne che hanno vissuto lo stesso trauma.

"Ho ricevuto decine di confessioni e richieste di consigli. Una madre, per esempio, - ha raccontato Rupi - mi chiedeva se dovesse lasciare il marito, visto che faceva quelle cose alla figlia. Non sapevo cosa risponderle e questo mi ha fatto capire la solitudine profonda delle vittime di violenza".

Messa da parte la carriera di avvocato, Rupi ha dunque deciso di vivere di poesia, pubblicando una antologia, "Milk and honey", divenuta poi un bestseller globale.

"La mia cultura è conservatrice: si pensa di proteggere le donne tenendole in casa. Si ha paura che succeda qualcosa fuori, - ha chiarito Rupi - ma è spesso un cugino, uno zio, un parente a commettere le violenze".

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