ROMA. Anche i mammut soffrivano di artrite e dolori alle articolazioni: a raccontarlo sono i resti di decine di esemplari risalenti a 13 mila anni fa e perfettamente conservatisi nel terreno ghiacciato della Jakuzia, in Russia.
Il lavoro guidato da Sergey Leshchinskiy, dell’università di Tomsk in Siberia, e pubblicato sulla rivista Quaternary International, indica che alla base di questi problemi furono i cambiamenti climatici e la trasformazione degli habitat.
Le 1500 ossa appartenenti ad almeno 47 esemplari di mammut provengono da Berelyokh e le particolari condizioni ambientali ne hanno permesso una
conservazione perfetta, preservando anche buona parte delle cartilagini.
Analizzandole accuratamente i ricercatori hanno individuato sul 42% dei resti i
segni inequivocabili di alcuni dei problemi che affliggono anche lo scheletro umano, come l’osteoporosi, artrite e osteolisi.
In particolare i ricercatori hanno trovato anche i segni di quello che nell’uomo viene chiamato 'topo articolare', ossia la presenza di piccoli frammenti di osso nelle giunture delle articolazioni.
Un disturbo molto doloroso che limita di molto i movimenti e che di certo penalizzava fortemente la possibilità di sopravvivenza degli esemplari colpiti.
I dati confermano le ipotesi secondo le quali la causa dell’estinzione di questi giganti fu lo 'stress' dovuto alle trasformazioni dei loro ambienti vitali.
Le malattie riscontrate, secondo i ricercatori, sarebbero infatti dovute a disturbi del metabolismo per carenza o eccesso di alcuni nutrienti.
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