Lunedì 23 Dicembre 2024

Il cervello non ha pregiudizi: "Programmato per accudire i bimbi al di là delle etnie"

MILANO. Il cervello umano è 'programmato' per prendersi cura dei bambini, qualunque sia la loro etnia: davanti ai loro occhioni, alle manine e alle guance paffute, l'istinto parentale vince su ogni genere di pregiudizio razziale, come dimostra uno studio dell’Università di Milano-Bicocca pubblicato sulla rivista Neuropsychologia. I risultati smentiscono dunque che l’effetto 'other-race' - secondo cui percepiamo con più rapidità e facilità i volti del nostro stesso gruppo etnico - sia valido a prescindere dall’età dell’individuo. I ricercatori lo hanno scoperto sottoponendo ad un semplice test 17 studenti di etnia caucasica. I volontari dovevano stabilire se un bersaglio lateralizzato (un piccolo albero) era in posizione verticale o invertita mentre veniva registrata la loro attività cerebrale. Gli obiettivi erano preceduti da 400 volti di bambini o adulti caucasici e non-caucasici (per esempio asiatici o africani), visualizzati per 500 millisecondi nella stessa (o in un’altra) posizione, agendo così da spunti spaziali. Tutti i partecipanti sono risultati più veloci nel decidere l'orientamento corretto quando il bersaglio era preceduto da un volto infantile, a prescindere dall’etnia. Questo dimostra come l'attenzione visiva venga 'catturatà dalle caratteristiche morfologiche dei bambini, indipendentemente dall’etnia. La loro immagine stimola in modo specifico la regione orbito-frontale del cervello, dove si trova il circuito del piacere ricco di recettori per l’ossitocina, l’ormone dell’attaccamento affettivo. «Questi dati - commenta la ricercatrice Alice Mado Proverbio - dimostrano come il cervello umano sia programmato per prendersi cura dei piccoli di qualunque etnia; l'informazione razziale viene totalmente ignorata dal cervello se si tratta di bambini, mentre agisce sulla regolazione del comportamento (pregiudizio) se si tratta di adulti. Il piacere e la tenerezza che proviamo alla vista dei bambini è frutto di un meccanismo cerebrale innato per assicurare protezione e sopravvivenza ai piccoli non-consanguinei e di qualunque gruppo etnico».

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