ROMA. Guanciale sì, pancetta no e neanche bacon.
Pecorino sì, parmigiano no.
Olio e albume forse, come anche aglio e cipolla.
Sono i dubbi sulla preparazione della pasta alla carbonara, la ricetta italiana più amata e imitata al mondo, ma anche la più controversa.
Il dibattito è aperto e sarà al centro del #CarbonaraDay di oggi, evento ideato su Twitter da Ipo (International Pasta Organization) e Aidepi (Associazione delle industrie del dolce e della pasta) per celebrare questa ricetta così amata in tutto il mondo. Basterà seguire l’hashtag #carbonaraday per partecipare a un dibattito che vedrà blogger, food influencer, giornalisti e chef dire la loro su questo piatto e più in generale sul rapporto tra tradizione e contaminazione in cucina.
Per i puristi italiani, ad esempio, esistono solo i cinque ingredienti base per prepararla, ossia guanciale, pecorino, uovo, sale e pepe. I più innovatori invece credono che essendo la pasta un piatto versatile, non debbano esserci limiti all’interpretazione di questa ricetta, dove spesso si rasenta la fantascienza culinaria. In Francia e Germania, ad esempio, sono in vendita preparati liofilizzati al gusto di carbonara; in Inghilterra l’uovo è sostituito dalla besciamella, mentre in Giappone solitamente viene aggiunta la panna e tolto il pecorino.
Sono comunque 5 gli errori blu nella preparazione della ricetta.
Se guanciale e pancetta possono essere intercambiabili, va evitato che l’uovo diventi una frittata cuocendolo in padella.
Mai poi sostituire il pecorino con il parmigiano o, quasi peggio, aggiungere la panna, ingrediente che va ad aumentare l’untuosità della carbonara, oltre che appiattirne il gusto. Infine vanno banditi aglio e cipolla, aggiunta inutile perché la carbonara è piatto già dai sapori forte.
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