ROMA. Anche i pesci hanno bisogno di amici, soprattutto nei momenti difficili.
Non è un consiglio per chi vuole allestire un acquario, ma il risultato di ricerche condotte sui pesci zebra, studiati da tempo dai genetisti e in questo caso utilizzati per comprendere meccanismi meno noti alla base del comportamento e utili per combattere depressione e ansia nell’uomo.
Lo studio, pubblicato su Scientific Reports, si deve all’Istituto di Scienza Gulbenkian e Fondazione Champalimaud, a Oieras in Portogallo (ISPA).
I ricercatori hanno cercato di identificare i meccanismi neurali che sono alla base del fenomeno del sostegno sociale nei pesci zebra.
Gli esperimenti hanno mostrato che quando i pesci si trovano in una situazione di pericolo hanno meno paura se sono in gruppo, rivelando così anche in questa specie la necessità del sostegno sociale. I ricercatori hanno poi individuato quali meccanismi visivi o olfattivi hanno un impatto maggiore nel minimizzare la risposta alla paura in una situazione di pericolo. I risultati hanno rivelato che per un individuo si sente più sicuro e protetto se è circondato dal suo gruppo, ma anche che l’efficacia del sostegno sociale, in queste situazioni, non dipende dalle dimensioni del gruppo stesso.
Lo studio ha anche mostrato che il fenomeno del sostegno sociale nei pesci zebra attiva diverse aree cerebrali, le stesse che vengono coinvolte nei mammiferi.
«Anche se nei pesci zebra il sostegno sociale non ha la stessa complessità che ha negli esseri umani - spiega il primo autore dello studio, Ana Faustino - questa ricerca ci permetterà di esplorare in profondità i meccanismi neurali coinvolti nei comportamenti, che sono fondamentali per il benessere e la salute mentale della specie umana e che hanno anche una particolare rilevanza in alcune malattie come la depressione».
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