ROMA. Riportare in vita le specie di animali in vita ormai estinte, come favoleggiato nel film Jurassic Park, è un progetto affascinante, ma che appare molto costoso e poco utile alla biodiversità del pianeta.
Lo sostengono alcuni economisti della Carleton University di Ottawa, che in uno studio pubblicato sulla rivista «Nature Ecology and Evolution» hanno calcolato che sarebbe più utile concentrare i pochi finanziamenti disponibili sui programmi di tutela delle specie esistenti. Altrimenti, per ogni specie 'risorta', se ne perderebbero due di quelle esistenti.
Per stimare quanto potrebbe costare sostenere una popolazione di animali estinti riportati in vita, i ricercatori hanno usato le banche dati del Nuovo Galles del Sud e della Nuova Zelanda sulle spese di conservazione delle specie in via d'estinzione ancora in vita. In questo modo hanno ricavato il costo della salvaguardia per quelle specie 'risortè simili a quelle ora viventi.
Il costo ad esempio per la cura di una popolazione di mammut sarebbe simile a quello degli elefanti asiatici a rischio di estinzione.
Due gli scenari ipotizzati. Uno in cui il governo si assume la responsabilità della conservazione delle specie risorte, e l'altro in cui aziende private sponsorizzano il progetto.
Nel primo, i soldi per mantenere gli animali arrivano direttamente dai fondi governativi destinati alla conservazione, sottraendo quindi risorse ai programmi per le specie esistenti.
Il risultato, hanno calcolato, sarebbe un danno alla biodiversità, con l'estinzione di due specie di animali per ognuna di quelle riportate in vita.
Nel secondo scenario gli studiosi hanno stimato che potrebbe esserci un piccolo miglioramento nella biodiversità, soprattutto per quegli animali per la cui conservazione servono tecniche già usate per proteggere le attuali specie a rischio di estinzione.
Inoltre, se invece di spendere soldi nella 'de-estinzione', si utilizzassero le risorse nei programmi di conservazione delle specie viventi, ci sarebbe un aumento della biodiversità del doppio, e fino a otto volte in più il numero di specie salvate.
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