ROMA. Una raffica di impatti sulla Terra primitiva ha liberato dal nostro pianeta il materiale che molto lentamente ha dato origine alla Luna: è la teoria che dopo più di 40 anni sfida l'ipotesi secondo cui a generare il satellite della Terra sarebbe stato un unico impatto, gigantesco e catastrofico, di un pianeta delle dimensioni di Marte con la Terra. Pubblicata nell'edizione online della rivista Nature Geoscience, la nuova teoria è stata elaborata dal gruppo dell'istituto israeliano Weizmann coordinato da Raluca Rufu. Formulata negli anni '70 e consolidata in seguito all'analisi delle rocce lunari portate a Terra dalle missioni Apollo della Nasa, la teoria dell'impatto catastrofico è stata finora la più accreditata. Non riesce comunque a spiegare, secondo il gruppo del Weizmann, perchè la Luna sia composta quasi esclusivamente di materia simile a quella terrestre, piuttosto che da un mix fra il materiale della Terra e quello del pianeta con cui sarebbe avvenuto l'impatto. Per rispondere a questa domanda i ricercatori hanno simulato al computer una serie di impatti fra pianeti di grandi dimensioni con la Terra primitiva. È emerso così che la maggior parte dei dischi di detriti prodotti dall'impatto è composta da materiale terrestre. Dopo ciascun impatto, inoltre, i dischi si sono accresciuti progressivamente fino a formare delle piccole lune. Queste hanno poi migrato, allontanandosi dalla Terra, e hanno continuato ad assemblarsi fra loro. Da questo processo, secondo i ricercatori, nell'arco di milioni di anni sarebbe nato il satellite della Terra. Ad avvalorare l'ipotesi c'è il fatto che quando il Sistema Solare erano ancora molto giovane, gli impatti di grandi corpi celesti sulla Terra primitiva non erano affatto rari e la loro quantità doveva essere sufficiente a generare la formazione della Luna secondo il meccanismo previsto dal nuovo modello.