ROMA. Quella di Capodanno sarà una notte più lunga, alle 23:59:59 gli orologi di tutto il mondo faranno infatti un 'tic' in più prima di entrare nell'anno nuovo. Il ritardo è dovuto al secondo intercalare, un 'trucco' per sincronizzare gli orologi con la rotazione del pianeta. Ma in Italia, spiega l'Istituto Nazionale di Ricerca in Metrologia (Inrim), non ci saranno ritardi per il brindisi: per il fuso orario l'aggiunta del secondo sarà all'una del primo gennaio. Il tempo impiegato dalla Terra per fare una rotazione completa non è esattamente di 24 ore, ossia 86.400 secondi, può non essere sempre regolare (a causa delle maree o di interazioni gravitazionali) e generalmente è di una frazione di secondo in più. Uno scarto praticamente impercettibile ma che si somma giorno dopo giorno fino ad arrivare ad essere di un secondo in meno di 2 anni. «Oggi il tempo - ha detto Patrizia Tavella, responsabile del Laboratorio di Tempo dell'Inrim - si misura per mezzo degli orologi atomici custoditi negli istituti metrologici nazionali di tutto il mondo». Ma l'ora degli orologi atomici non equivale a quella basata sulla rotazione della Terra e «per mantenere in accordo la scala di tempo basata sulla rotazione terrestre con quella degli orologi atomici - ha proseguito - si aggiunge o si sottrae un secondo intero alla durata di un determinato giorno». Il risultato finale è quello che viene chiamato Tempo Universale Coordinato (Utc), il fuso orario di Londra e usato quotidianamente da tutti i dispositivi elettronici. A decidere se e quando introdurre nuovi secondi è l'International Earth Rotation and Reference Systems Service (Iers) di Parigi, una misura usata per la prima volta il 30 giugno 1972. La nuova aggiunta è stata fissata per la mezzanotte del primo gennaio del fuso orario Utc, ma in Italia sarà quindi un'ora dopo. In Italia dopo le 00:59:59 non scatterà 01:00:00 ma 00:59:60. Avere un controllo così dettagliato dell'orario non è però dettato da semplice pignoleria ma dalle necessità di una società fortemente legata alla sincronizzazione degli orologi, ad esempio per le transazioni bancarie o le telecomunicazioni. La scelta di aggiungere secondi intercalari non avviene in modo regolare ma viene presa solo quando serve, un meccanismo però che può comportare vari problemi. «Ad esempio ai sistemi operativi, ai sistemi satellitari globali di navigazione, o le reti di telecomunicazioni, che a un certo punto, nello stesso momento, devono cambiare ora», ha spiegato Tavella. «Non è sempre facile gestire tale operazione in automatico - ha proseguito - c'è quindi chi spalma il secondo su un minuto, chi lo aggiunge prima, chi dopo... Si rischia sempre di fare confusione».