ROMA. Non tutti provano particolare benessere ascoltando la musica, non tutti reagiscono negativamente ai rumori ambientali, non a tutti la musicoterapia fa lo stesso effetto. L'ascolto dei suoni ha un effetto significativo sugli stati d'animo e le emozioni di un individuo grazie a un gene che regolamenta la ricezione di dopamina, un neurotrasmettitore fortemente coinvolto nel comportamento emotivo e nella regolazione dell'umore. È quanto dimostra una ricerca pubblicata sulla rivista Neuroscience, secondo la quale non solo la predisposizione alla musica, ma anche l'effetto che ha su di noi dipende dal nostro patrimonio genetico. Per lo studio sono stati reclutati 38 soggetti sani. Di questi 26 avevano una specifica «variante GG» del gene recettore della dopamina (DRD2) e 12 una «variante GT». Tutti sono stati sottoposti a risonanza magnetica funzionale durante l'esecuzione di un compito che implicava l'ascolto di musica o rumore. I risultati hanno mostrato che nei soggetti con variante GG l'umore risultava migliorato dopo l'esposizione alla musica, mentre negli altri l'umore risultava peggiorato dopo l'esposizione al rumore. Questi risultati mostrano, per la prima volta, che la variabilità genetica dei recettori della dopamina determina in modo fisiologico l'attività cerebrale, colpendo il modo in cui l'ambiente sonoro influenza l'umore e le emozioni. Questo approccio, secondo il primo autore dello studio, Tiziana Quarto, ricercatrice italiana dell'Università di Helsinki, «è particolarmente importante quando il comportamento indagato è complesso e molto variabile tra soggetti, perchè questo implica il coinvolgimento di molti fattori biologici». «I nostri risultati - commenta Elvira Brattico, supervisore dello studio e docente presso l'Università di Aarhus in Danimarca - suggeriscono che anche un intervento non farmacologico come la musica può regolare l'umore e le risposte emotive, sia a livello comportamentale che neuronale. Inoltre incoraggiano la ricerca di interventi personalizzati basati sulla musica».