MILANO. Anche gli uomini di Neanderthal avevano le loro 'mete turistiche' dove si recavano abitualmente, generazione dopo generazione, seguendo percorsi stabiliti: l'isola di Jersey nel Canale della Manica, ad esempio, è stata molto 'gettonata' nel periodo che va dai 180 mila ai 40 mila anni fa, come dimostrano le nuove analisi condotte sui resti del sito di La Cotte de St Brelade dagli archeologi dell'Università di Southampton, che pubblicano i risultati sulla rivista Antiquity.
«La Cotte doveva essere un posto molto speciale per i Neanderthal: sembra che si siano spostati volontariamente per raggiungere questo sito attraverso più generazioni», spiega il coordinatore dello studio, Andy Shaw. Il suo gruppo di ricerca, in collaborazione con il British Museum, l'University College di Londra e l'Università del Galles, ha studiato gli strumenti di pietra che i Neanderthal si sono lasciati alle spalle nel loro cammino, riuscendo così a mappare i loro spostamenti nei territori che ora sono sommersi sotto il Canale della Manica.
Secondo la ricostruzione degli esperti, i Neanderthal sarebbero tornati assiduamente a La Cotte, nonostante i significativi cambiamenti climatici e ambientali che si sono verificati nel tempo: per raggiungere questa meta durante le ere glaciali hanno attraversato grandi spazi gelidi, ora sommersi dal mare, e hanno continuato a fare questi viaggi anche quando le temperature si sono alzate, trasformando questa località in un'altura che svetta lungo la vasta pianura costiera collegata alla Francia.
«Vogliamo capire come mai questo sito sia diventato così persistente nella mente dei primi Neanderthal», afferma l'archeologa Beccy Scott del British Museum. «Sembra di intravedere persino una mappatura di questi luoghi, nel modo in cui i Nenaderthal vi si sono recati ripetutamente nel tempo, o per lo meno questo indica una certa conoscenza della geografia. Nello specifico, però, resta ancora da capire cosa li attirasse qui. Potrebbe darsi che l'intera isola fosse ben visibile da molto lontano, un pò come un cartello stradale, oppure i Neanderthal potrebbero essersi tramandati di generazione in generazione la conoscenza della presenza di rifugi».
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