ROMA. Consumare prodotti di stagione, poco trasformati e con confezioni ridotte: mangiare sano fa anche meno male all'ambiente.
È l'indicazione che viene dal Simposio internazionale sui sistemi di alimentazione sostenibili per una dieta salutare, organizzato a Roma dall'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (Fao) e dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms).
«I consigli per ridurre impatto l'impatto negativo che la nostra alimentazione ha sull'ambiente di fatto coincidono con quelli di una sana alimentazione», spiega Catherine Leclercq, della Divisione Nutrizione e Sistemi alimentari della Fao.
In primis consumare verdure e ortaggi di stagione e locali, «fa sì che siano più ricchi di nutrienti e che si inquini meno per produrli e trasportarli». Quanto alle proteine, «consumare troppa carne rossa, soprattutto se insaccata e trasformata, aumenta il rischio cardiovascolare ma aumenta anche la produzione di gas serra e il consumo di risorse idriche per la produzione di mais e soia utilizzati come mangimi».
Il consumo di piccoli pesci, come acciughe e sardine, riduce l'assunzione di metalli pesanti, ma dal punto di vista della catena alimentare la loro pesca ha anche un impatto più basso rispetto a pesci di taglia grande, come tonno o pescespada.
Indicazioni di questo tipo saranno veicolate anche nelle nuove 'Linee guida per una sana alimentazione italiana', di prossima pubblicazione.
«Diversamente dalle precedenti che risalgono al 1996, non prenderanno in considerazione solo i nutrienti e la sicurezza d'uso, ma anche la sostenibilità ambientale, sociale (ovvero favorire i piccoli produttori) ed economica, ovvero permettere a un consumatore con pochi soldi una dieta sana».
C'è infine un tema di accesso ai cibi sani che sta a cuore alla Fao.
«Gli alimenti sani - conclude l'esperta - devono essere messi a disposizione delle persone, con più facilità di quanto oggi accada, ad esempio nelle scuole e nei luoghi di lavoro».
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