ROMA. Non solo violenza fisica e verbale all'interno della coppia. La Rete, che ha rivoluzionato le nostre vite, ha anche il potere di distruggerle: in particolare, se sei una donna. Il cyberbullismo e il revengeporn hanno infatti già individuato la loro vittima ideale, per l'appunto il sesso femminile. Lo dimostrano i dati raccolti dall'Osservatorio Nazionale Adolescenza in collaborazione con Skuola.net, su circa 4mila adolescenti delle scuole superiori in tutta Italia, analizzati in l'occasione della Giornata Nazionale contro la Violenza sulle Donne. Le vittime di cyberbullismo sono complessivamente l'8,5% del campione - dato in netta crescita rispetto allo scorso anno, quando si fermava al 6% - ma il dato sconvolgente è che circa il 70% di queste è di sesso femminile. E se il 12% degli intervistati è stato oggetto di diffusione di informazioni false e foto private sui social, la maggioranza di loro (58%) è donna. Il cyberbullismo, tuttavia, non è il solo modo in cui la violenza sulle donne si sta esprimendo in rete. Il revengeporn, ovvero la diffusione sul web di foto intime o di video pornografici per motivi di ricatto o vendetta, è un'altra minaccia reale e continua. Una parallela ricerca effettuata lo scorso anno scolastico e svolta su circa 7mila ragazzi tra i 13 e i 18 anni, chiariva che la percentuale di revengeporn minacciata o subita è del 17%. Anche qui, si rilevava che - di nuovo - sono soprattutto le ragazze a correrne i rischi (si tratta del 52% delle vittime). Tra le vittime di cyberbullismo, ben 1 su 10 ha tentato il suicidio, mentre quasi 4 su 5 si è dichiarato depresso e triste. In più, circa il 50% ha praticato autolesionismo e pari percentuale, seppure non ci abbia mai provato realmente, ha pensato di togliersi la vita. La minaccia invisibile della persecuzione in rete, che può scatenare sentimenti di panico, umiliazione o vergogna, ha perciò una stretta correlazione con depressione e istinti suicidi o autolesionisti. Si dimostrano così vere e proprie «armi», sottili ma efficaci, nelle mani di chi - per gelosia, capriccio o odio - voglia fare del male a chi è (o si sente) indifeso. «Quella che subiscono le ragazze oggi è una violenza che sta cambiando forma, sempre più subdola, sempre più mirata a ledere la privacy e colpire nell'intimità - sostiene Maura Manca, presidente dell'Osservatorio Nazionale Adolescenza - scatti rubati, momenti intimi che diventano pubblici, la propria vita messa in vetrina e alla gogna mediatica. Critiche, giudizi, una diffusione che non si riesce a fermare. Lo schermo deresponsabilizza e disinibisce: bisogna lavorare sul far capire agli adolescenti che anche se si tratta di un'immagine o di un video, dietro c'è una persona fisica con emozioni e sentimenti e soprattutto far comprendere a chi condivide e alimenta la diffusione in rete, che è colpevole quanto chi pubblica».