PALERMO. Quando passeggiamo sul suolo delle campagne siciliane, dobbiamo stare attenti a non interrompere il lavoro dell’Onthophagus taurus, lo scarabeo stercorario.
C’è chi dice che non brilli per bellezza, ma il piccolo coleottero, appartenente alla famiglia degli Scarabeidi, è fondamentale per l’ambiente che ci circonda.
Lo scarabeo, infatti, contribuisce a fertilizzare il terreno ed è in grado di ridurre il metano nell’atmosfera.
«Questo coleottero è coprofago poiché si nutre di escrementi – spiega Bartolo Corallo, direttore della riserva Grotta dei Puntali e presidente Gruppi Ricerca Ecologica Sicilia -. Lo scarabeo stercorario crea pallottole di sterco per potere trasportare più facilmente il cibo verso il suo nascondiglio. Questi coleotteri tendono a trasportare la loro "pallottola" lungo una linea retta, orientandosi attraverso la luce emessa dalla via lattea».
Lo scarabeo è un animale temerario e senza paura che non si ferma neanche davanti ad un ostacolo ma, anzi, cerca di superarlo scavalcandolo e senza cambiare direzione.
«Con il loro nutrimento – prosegue direttore della riserva Grotta dei Puntali, gli scarabei non solo contribuiscono a fertilizzare il suolo e a facilitare il rimescolamento del terreno, ma eliminano anche del materiale che, altrimenti, si sarebbe decomposto molto lentamente, facilitando la proliferazione di molti insetti dannosi come, per esempio, alcune specie di mosche portatrici di malattie per l'uomo».
Non da meno, poi, la sua attività «green» che consiste nel ridurre il metano in atmosfera prodotto dagli allevamenti di bestiame : «Questi animali da allevamento – spiega il presidente Gruppi Ricerca Ecologica Sicilia - generano circa un terzo delle emissioni globali di metano, un gas che è anche più potente della famigerata CO2».
Ma come fanno dei coleotteri così piccoli a svolgere un’azione così grande per gli ecosistemi come la riduzione del metano nell’atmosfera?
«Tutto questo – spiega il direttore della riserva Grotta dei Puntali e presidente Gruppi Ricerca Ecologica Sicilia - è possibile perché il metano nasce in condizioni anaerobiche, cioè in assenza di ossigeno. Quindi l'aerazione prodotta da questi insetti riduce la produzione e il rilascio in atmosfera di metano».
In Italia esistono circa 150 specie di scarabei coprofagi.
Ciò che rende, però, l’Onthophagus taurus un vero e proprio supereroe dell’ambiente è la sua immensa forza rapportata al suo peso. Il coleottero, inoltre, è stato oggetto di studi da parte degli scienziati dell'università Queen Mary di Londra e dell'università dell'Australia dell'Ovest, che lo hanno classificato come l'insetto più forte esistente in natura, capace di tirare un peso pari a 1.141 volte la propria massa corporea.
«Purtroppo – conclude Corallo - gli scarabei non godono di una condizione generale di salute ottimale e, in molte zone, stanno scomparendo a causa degli allevamenti intensivi e dalla scarsa qualità dello sterco ormai sempre più contaminato dalle sostanze chimiche iniettate nei capi di bestiame. Un reale modo per aiutarli sarebbe quello di rendere la vita degli animali da allevamento più naturale possibile, utilizzando tecniche di pascolo non intensivo o in batteria, riscoprendo un ritorno al passato».
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