ROMA. Gioca, curiosa e si annoia ma non è un bambino: è un robot, il primo a 'nascere' con un cervello che deve ancora svilupparsi e che impara partendo da zero, proprio come un cucciolo di mammifero. È la nuova frontiera della robotica che si apre con Goal Robots, l'ambizioso progetto europeo descritto sul sito di Robohub e coordinato da Gianluca Baldassarre, dell'Istituto di Tecnologie e Scienze Cognitive del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Istc-Cnr). «L'obiettivo - ha spiegato Baldassarre - è quello di arrivare a fare dei robot che sappiano imparare in modo indipendente, sperimentando e facendo esperienze esattamente come fanno i bambini piccoli, tra 1 e 2 anni, e che poi sappiano applicare le loro nuove capacità acquisite». Ad oggi robot davvero intelligenti, ossia capaci di apprendere in autonomia e adeguarsi alle situazioni inattese, non ne esistono e l'obiettivo di Goal Robots è quello di aprire la strada a un salto 'qualitativo', ossia robot che sappiano imparare da soli. Il 'motore' dei nuovi robot è la curiosità, una spinta generica a voler esplorare l'ambiente, toccando, muovendo oggetti. «In questo modo - ha aggiunto - quando trovano qualcosa di sorprendente si focalizzano su quanto scoperto di nuovo e provano a rifarlo, così come succede nei bambini ad esempio con la scoperta dell'interruttore per accendere la luce». I robot così cercano di ripetere l'azione, tentano di farla sempre meglio, selezionando le cose migliori da fare, fino a quando non si annoiano e passano ad altro. Poi magari ci ritorneranno con altre varianti. «Di fatto i robot imparano giocando - ha spiegato il ricercatore - gli obiettivi non glieli diamo noi dall'esterno ma se li scelgono da soli». Per farlo le sfide maggiori saranno quelle di riuscire a far sviluppare ai robot una capacità di astrazione, ossia un processo attraverso il quale si sostituisce un insieme di oggetti con un concetto più generale che descrive gli oggetti in base a proprietà a loro comuni, e quella di sviluppare un sistema efficace per organizzare le informazioni e riuscire a recuperare e usare in modo corretto le nozioni acquisite di volta in volta. Il traguardo che si sono fissati i ricercatori, in collaborazione con altri 3 centri di ricerca europei che partecipano al progetto, è quello di arrivare entro 4 anni ai primi risultati concreti, ad esempio con robot capaci da soli di riordinare una scrivania senza aver ricevuto istruzioni precedenti. Un compito apparentemente facile per noi ma che allo stato attuale è impossibile per qualsiasi robot.