PALERMO. Si conferma, anche quest'anno, il successo riproduttivo dell'Aquila di Bonelli in Sicilia. Sarà per il clima ideale, sarà per l'abbandonza di cibo, l’Isola è una delle aree italiane preferite dalla specie. A rendere «accogliente e ospitale» il territorio per questi magnifici esemplari sono anche, e soprattutto, i numerosi campi di sorveglianza che portano la firma del Gruppo Tutela Rapaci, insieme ad altre attività di controllo dei siti realizzate nell'ambito del Progetto Life ConRaSi per la conservazione anche dell'Aquila di Bonelli. Quest'anno, nell'annuale report del Gruppo, è stato confermato il successo dello scorso anno: «Come per la stagione precedente - dicono i volontari del Gtr nel loro rapporto - l'attività di sorveglianza della maggior parte dei campi è partita durante la fase iniziale della cova, poiché alcune informazioni avevano parlato di un possibile furto delle uova. Purtroppo, in uno dei siti, si è verificato davvero questo evento che dimostra la necessità di continuare l'attività di sorveglianza». La vigilanza ha riguardato ben 5 campi. Nel primo sono state rintracciate, oltre ad un'altra coppia di aquile appena arrivate, anche due coppie di Falco lanario e 5 di Falco pellegrino. «Nel campo 3, in particolare nell'area iblea - prosegue il report - c'è stato un tentativo di riproduzione, dal momento che si trattava di una zona dove c'erano stati casi accertati di nidificazione agli inizi degli anni '80 del Novecento. Purtroppo, il tentativo è fallito, ma avere ricolonizzato quell'area, dove la specie mancava da oltre 30 anni, assume un particolare significato storico, ecologico e protezionistico, anche in considerazione dei ripetuti avvistamenti di giovani individui in altre località iblee». Storicamente l'Aquila di Bonelli era presente in tutta la Sicilia fino a quando non si è assistito ad un forte declino le cui cause sono ancora difficili da rintracciare. «Per la tutela della specie - spiega Mario Lo Valvo, docente di Zoologia dell'Università degli Studi di Palermo - occorre una maggiore attenzione su questa, ma anche sulle tante specie siciliane che necessitano di protezione. Al momento, per estendere i risultati del successo riproduttivo dell'Aquila in Sicilia, è in corso un progetto Life finalizzato alla reintroduzione della specie anche in Sardegna». Unica maglia nera, negli ultimi anni, è la mancanza di une delle prede preferite dalla Bonelli: il coniglio selvatico, la cui popolazione, sull'Isola, è in forte declino principalmente a causa dell'incombere di due malattie. Si tratta della mixomatosi e dell'epatite emorragica, che sono letali per le popolazioni di conigli. «Non c'è alcun rischio per l'uomo - prosegue Lo Valvo - l'avvento di queste malattie risale agli anni ’80. La mixomatosi, in particolare, è una sorta di virus creato in laboratorio proprio per contenere i conigli importati dall' Australia. Si sperava che la malattia non si estendesse in altri territori ma, purtroppo, è giunta in Europa». Tuttavia, si è registrata un'espansione del colombaccio, preda particolarmente gradita dall'aquila di Bonelli, che compensa la mancanza del coniglio. «Mi auguro che i risultati positivi, raggiunti sul fronte della tutela e della salvaguardia dei nostri magnifici rapaci, continui sempre anche con ulteriori opere di sensibilizzazione per sfruttare, al massimo, quella che è un’enorme risorsa per l’Isola: il suo patrimonio faunistico».