ROMA. «Mille canzoni in tasca»: questo lo slogan con cui l'iPod venne lanciato sul mercato nel 2001. Quindici anni fa, a pensarci bene, non sono tanti ma sembra passata un'era geologica per la tecnologia e il modo di fruire la musica. Otto mesi prima la Apple di Steve Jobs aveva lanciato iTunes, il negozio digitale che vendeva canzoni. Due operazioni inscindibili che hanno segnato il passaggio dalla musica analogica a quella digitale. Ma hanno anche dato un duro colpo al download illegale e aperto la strada allo streaming. Prima dell'iPod e della musica 'liquida', cioè fruibile senza i supporti tradizionali, la musica si ascoltava con il lettore cd portatile che poteva contenere al massimo 10-15 canzoni, quelle di un disco. E prima ancora c'era il walkman a cassette che faceva furore nelle gite scolastiche degli anni '80 e ancora indietro di qualche anno il mangiadischi con la maniglia che funzionava con i vinili a 45 giri. «C'è bisogno di un altro lettore Mp3?» si chiesero in molti quando l'iPod uscì, poichè sul mercato c'erano altri dispositivi simili. Ma dopo l'arrivo del lettore Apple non c'è stato più altro, così come non sono più esistiti il singolo, l'album, la copertina. Solo i file Mp3 e le canzoni in formato digitale che si potevano comprare pure singolarmente. E la capienza dell'iPod nel tempo è aumentata a dismisura, dagli iniziali 5 Giga ai 128 Giga attuali dell'iPod touch per metterci di tutto, da Keith Jarrett agli U2, da Frank Sinatra a Lucio Battisti. «L'intera libreria musicale personale, noi amiamo la musica», spiegò durante la presentazione Steve Jobs, grande fan dei Beatles e di Bob Dylan. In seguito è arrivata la modalità 'shuffle', col dispositivo che rimescolava canzoni e componeva delle playlist a sorpresa, e poi è stata la volta dell'iPod Touch, praticamente un iPhone dal quale solo non si può telefonare. Per il resto si può fare tutto: ascoltare musica, leggere libri, fare foto, usare le app, giocare, guardare i film. Insomma, l'iPod da semplice lettore di musica è diventato un lettore multimediale a tutto tondo. Il passaggio alla musica digitale ha spazzato via Napster e dato un duro colpo alla pirateria ma ha anche aperto la strada allo streaming che sta diventando la modalità principale di ascolto di canzoni vecchie e nuove. Negli Stati Uniti, secondo dati Nielsen, è cresciuto del 59% mentre l'acquisto delle singole canzoni in formato digitale è sceso del 24% e quello degli album del 18%. Una tendenza cavalcata da Apple Music, piattaforma concorrente del pioniere Spotify, che conta 15 milioni di utenti paganti. Con l'arrivo della musica digitale e dello streaming, oltre ad essere cambiate le abitudini di ascolto, si sono aperti diversi fronti: quello dei compensi agli artisti e della proprietà della canzoni che una volta comprate non possono essere prestate, come si faceva con i vecchi dischi. E se da una parte l'iPod e la musica liquida hanno ucciso il formato cd dall'altra hanno avuto un grande merito. Paradossalmente, è rifiorito il mercato dei vinili e dei giradischi: quelli che una volta si buttavano via, ora si ricomprano su eBay e sui siti specializzati al triplo del loro prezzo originario.