ROMA. Se il caberner sauvignon è così apprezzato in tutto il mondo lo deve ai suoi 'genitori', il cabernet franc e il sauvignon blanc, e per la prima volta è la mappa del Dna a indicare con precisione il ruolo giocato dalla parte paterna e da quella materna: a calcolarlo è il software per la mappa del Dna messo a punto fra Stati Uniti e Italia e descritto sulla rivista Nature Methods. La vite è stata in realtà Il banco di prova per una tecnica le cui applicazioni principali riguarderanno l'uomo, con la possibilità di individuare esattamente il patrimonio genetico di madre e padre. La ricerca è stata coordinata dal gruppo di Michael Schatz, della Johns Hopkins University, e condotta con la partecipazione dell'italiano Massimo Delledonne, del dipartimento di Biotecnologie dell'università di Verona. La mappa del Dna ottenuta, che permette di distinguere i geni ereditati dal padre e quelli che provengono dalla madre, è il risultato di un software chiamato Falcon, messo a punto utilizzando le mappa del Dna basate sulla tecnologia chiamata PacBio, messa a punto nell'università della California a Davis grazie al supporto dell'azienda vinicola J. Lohr Vineyards & Wine. «Le piante ci permettono spesso di scoprire meccanismi che, in un secondo momento, riportiamo sull'uomo», ha osservato Delledonne. Finora, ha proseguio, non era possibile distinguere i cromosomi di madre e padre, «ma ora, grazie a questo nuovo approccio possiamo ricostruire il patrimonio genetico sia della componente materna sia di quella paterna». La scoperta apre nuove possibilità nella prevenzione e cura di numerose malattie genetiche nell'uomo. Diventa infatti possibile per la prima volta sapere se la mutazione di un gene si trova su entrambe le copie di un gene, ossia se è stata ereditata da entrambi i genitori o da uno soltanto. «Molto presto - ha concluso il ricercatore - saremo in grado di comprendere con precisione come il Dna di ciascuno dei nostri genitori contribuisca a renderci ciò che siamo».