SYDNEY. Non sarà chiusa, come annunciato un mese fa, la storica stazione di ricerca nella subantartica Macquarie Island, grazie alla decisione del governo australiano di investire 50 milioni di dollari (poco meno di 35 milioni di euro) per ricostruire l'invecchiata infrastruttura, dopo 68 anni di presenza permanente.
L'Australian Antarctic Division (AAD) aveva deciso di chiudere la stazione, dopo che un'indagine tecnica indipendente aveva concluso che vi erano rischi significativi alla salute e alla sicurezza dei ricercatori, oltre a rischi di contaminazione e da inondazioni. Il ministro per l'Ambiente Josh Frydenberg ha invece annunciato l'impegno a mantenerla su base permanente e a finanziare la costruzione di nuove infrastrutture.
«La nuova stazione sarà la più avanzata nell'Oceano Meridionale, capace di sostenere tutte le attività prioritarie condotte finora», ha detto il ministro. «Grazie alla posizione di unica base di ricerca fra l'Australia e l'Antartide, Macquarie Island è una postazione di importanza globale per ricerche scientifiche, per il monitoraggio meteo e climatico. La nuova struttura sarà più efficiente e avrà meno impatto ambientale, con minori costi operativi e di manutenzione».
L'isola di 130 mila ettari, che sorge a circa metà fra la Nuova Zelanda e l'Antartide, ospita numerose colonie di foche elefante, di pinguini e altri uccelli marini. Nel 2007 è stato avviato un ambizioso programma di eliminazione di specie nocive, che ha rimosso con successo dall'isola tutti gli animali introdotti, inclusi gatti, conigli, ratti e topi.
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