ROMA. Potrebbe essere stata la materia oscura, la sfuggente forma di materia che costituirebbe circa un quarto dell'intero universo, ad aver causato l'estinzione dei dinosauri 65 milioni di anni fa. Ad azzardare l'ipotesi furono nel 2014 due fisici teorici dell'università di Harvard, con uno studio pubblicato sulla rivista Physical Review Letters e a comprovarla potrebbero essere i dati in arrivo da Gaia, la missione europea progettata per disegnare la mappa in 3D della galassia e rintracciare la presenza di materia oscura. Secondo gli autori, Lisa Randall e Matthew Reece, la Terra e l'intero Sistema Solare passerebbero periodicamente attraverso un denso disco di materia oscura che si trova sul piano di rotazione della Via Lattea. Attraversare lo strato non comporta nessun pericolo diretto per la vita del pianeta ma creerebbe ogni volta uno 'scompiglio' sugli oggetti più piccoli del Sistema Solare, gli asteroidi e le comete che si trovano nella nube di Oort, molto al di là dei pianeti più esterni. Uno degli ultimi passaggi avrebbe deviato l'orbita di una di queste comete che arrivò a scontrarsi con la Terra provocando una delle maggiori estinzioni di massa del pianeta. Per quanto originale e interessante l'ipotesi però non poteva trovare nessuna conferma, perché si conosce ancora troppo poco sulla materia oscura. Ma una mano potrebbe arrivare ora dai dati in arrivo dalla missione Gaia dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa). Realizzando una mappa di tutto ciò che ci circonda, Gaia potrebbe infatti anche stabilire, in modo indiretto, come e dove si trovi la materia oscura e quindi fornire una prova a favore di quest'ipotesi. "Purtroppo è ancora troppo presto per rispondere - ha spiegato Mario Lattanzi, dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e responsabile scientifico del centro di analisi dei dati (Dpac) in arrivo da Gaia - la mappatura è solo all'inizio e relativa a una porzione troppo piccola di spazio. La risposta potrebbe arrivare solo con i dati in arrivo nel 2018 o 2019".