ROMA. Il ritorno a scuola si avvicina e tra i buoni propositi per il nuovo anno scolastico vi è quello di iniziare con il piede giusto: allora perchè non partire dall'alimentazione? «Ci sono alcuni nutrienti che più di altri possono incidere sull'abilità cognitiva, sulla memoria e l'apprendimento e possono rappresentare un alleato in più quando si studia», afferma la nutrizionista Elisabetta Bernardi, autrice del libro 'Oggi cosa mangio'. La vitamina B12 ad esempio, che si trova esclusivamente negli alimenti di origine animale, è un valido alleato degli studenti: la carenza di questo nutriente è associata alla diminuzione della memoria e all'insorgenza di spossatezza e confusione mentale. «L'effetto di lunga durata della carenza di vitamina B12 è supportata dai risultati di alcune ricerche sul funzionamento cognitivo degli adolescenti che hanno consumato una dieta macrobiotica fino all'età di 6 anni, rispetto a ragazzi che seguivano una dieta onnivora. Da questi studi è emerso che i primi presentavano livelli più bassi di intelligenza fluida, capacità spaziale e memoria a breve termine rispetto ai soggetti di controllo», continua Elisabetta Bernardi. Anche lo zinco è un nutriente essenziale per il cervello: ci aiuta a migliorare la comunicazione neuronale con l'ippocampo, potenziando così la nostra memoria e i processi di apprendimento. «Lo zinco contenuto nella carne è più facilmente assorbibile rispetto a quello contenuto nei vegetalie svolge un ruolo fondamentale nella neurogenesi, la maturazione e la migrazione dei neuroni, oltre alla formazione delle sinapsi. Inoltre, si trova in alte concentrazioni nelle vescicole sinaptiche dei neuroni dell'ippocampo che sono coinvolti nel centro di apprendimento e memoria». Attenzione invece alla carenza di ferro, può essere la causa di bassi livelli di concentrazione, con conseguenti scarsi risultati scolastici. Il ferro è coinvolto in diversi sistemi enzimatici nel cervello, tra cui quelli che riguardano la produzione di energia, la sintesi del recettore della dopamina, la mielinizzazione delle cellule nervose e la regolazione della crescita del cervello. «Consumare alimenti che forniscono ferro altamente disponibile migliora le funzioni cognitive e la carne, in particolare quella bovina, che più delle altre fornisce ferro eme, una diversa forma di ferro che l'organismo assorbe in misura maggiore e che non si trova in alimenti vegetali o fortificati», conclude Elisabetta Bernardi.