PALERMO. Anni di attività di informazione e sensibilizzazione sembrano, finalmente, dare i loroi frutti.
Pescatori, bagnanti e cittadini, sempre più responsabili e attenti all’ambiente, hanno favorito la ri colonizzazione sui litorali siciliani di uno dei simboli del Mediterraneo: la tartaruga Caretta caretta che, quest'anno, è stata la protagonista di un vero e proprio boom di deposizioni:
«Abbiamo assistito ad un notevole aumento di registrazioni riguardanti le deposizioni di Caretta caretta sia nei siti storici, come Lampedusa e Linosa, sia in altre zone della Sicilia costiera come Trisicina di Seliunte, nel Trapanese, Ponte Naso, in provincia di Messina e altre località - spiega Gabriele Giacalone, zoologo della cooperativa Silene - Questo trend positivo può essere probabilmente ricondotto ai risultati delle diverse strategie di conservazione attuate negli anni che stanno cominciando a dare i primi risultati. C’è, inoltre, più sensibilità da parte delle persone che notano questi eventi.
La tartaruga, infatti, viene definita dai conservazionisti ”specie bandiera” che suscita l’interesse della maggioranza delle persone laddove questo può non avvenire, ad esempio, per una blatta che tuttavia ha anch’essa una sua importanza ecologica, ma la tartaruga, che è un esserino così simpatico e simbolo del Mediterraneo, entra nel cuore di tutti portando alla protezione di un intero ecosistema come il mare e di tutte le altre specie che lo popolano».
Dalla deposizione sulla spiaggia di SantaMaria del Focallo, a Ispica, al salvataggio nella frazione marina di Reitano, nel Messinese, passando per i 50 piccoli esemplari nati nel nido di Cala Pisana, a Lampedusa, è stata la Caretta caretta, quest'anno, la protagonista indiscussa dell'estate. Una stagione, però,che non è ancora finita e che potrebbe vedere i numeri salire.
«Una delle minacce principali che ha portato al declino della specie negli anni è l'ingestione di plastica -prosegue lo zoologo - Sono animali che si nutrono di meduse e altri celenterati e proprio il sacchetto di plastica che trovano in mare è molto simile a queste risorse trofiche. Per non parlare, poi, dei palangari e delle reti da pesca. La Caretta caretta, infatti, non è un pesce e ha bisogno di emergere per respirare e se resta impigliata in questi attrezzi da pesca,muore annegata».
L’interesse per il simpatico animale ha portato anche un notevole aumento dei visitatori nei centri di recupero: «Non va sottovalutata, infatti, l'importanza turistica che questa specie bandiera offre all'Isola - prosegue l'esperto - La gente è attratta dal mondo della fauna marina e si reca nelle strutture di recupero per potere osservare da vicino questi animali, incrementando, così, quella forma di ecoturismo».
Da sempre in prima linea sul fronte della tutela e dell’informazione sulla fauna siciliana, la Cooperativa Silene è scesa in campo anche stavolta. Il «luogo d'azione» è stato Triscina, dove il presidente della cooperativa, Edoardo Di Trapani, si è occupato della recinzione di un nido dove ha deposto le uova una Caretta caretta.
«Sicuramente - conclude Giacalone -la tartaruga sta ricolonizzando le nostre spiagge grazie anche all'opera di sensibilizzazione effettuata negli anni. Una pratica che andrebbe estesa a tutte le altre specie affinché possano tornare a colonizzare i nostri mari e rendere, ancora più ricca, la fauna siciliana che, ad oggi, rappresenta uno dei più grandi patrimoni dell'Isola».
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