BERLINO. Potrebbero essere stati i dromedari ad attaccarci il raffreddore: a indicarlo è uno studio pubblicato sulla rivista dell'Accademia americana delle scienze (Pnas) dai biologi del Policlinico Universitario di Bonn, in Germania.
Lanciati sulle tracce del virus della temutissima Sindrome respiratoria mediorientale (Mers) trasmessa dai dromedari, i ricercatori hanno scoperto che le 'navi del deserto' potrebbero essere anche l'origine da cui si è diffuso uno dei più comuni virus del raffreddore al mondo: la sua storia potrebbe essere un modello da studiare per prevenire una futura pandemia di Mers.
Identificata per la prima volta nell'uomo nel 2012, la Sindrome respiratoria mediorientale è causata da un particolare genere di virus a Rna (coronavirus) che sfrutta i dromedari come serbatoi di infezione. ''Nei nostri studi - spiega il virologo Christian Drosten - abbiamo esaminato circa 1.000 dromedari alla ricerca di coronavirus e, a sorpresa, nel 6% dei casi abbiamo scoperto la presenza di patogeni imparentati con il virus HCoV-229E del raffreddore umano''. Ulteriori analisi genetiche e molecolari di simili virus presenti negli uomini, nei pipistrelli e nei dromedari indicano che proprio questi ultimi ci avrebbero trasmesso gli 'antenati' del virus del raffreddore.
I patogeni isolati dai dromedari sono in grado di penetrare nelle cellule umane usando gli stessi grimaldelli molecolari del virus del raffreddore: nonostante questa abilità, non si sono perfettamente adattati all'uomo e non rappresentano una seria minaccia per la salute, perché il nostro sistema immunitario è capace di riconoscerli e combatterli, proprio come fa con il comune raffreddore. Anche il virus della Mers sembra non essersi perfettamente adattato all'uomo: è però ancora troppo presto per cantare vittoria, spiegano i ricercatori, vista l'incredibile diffusione del virus del raffreddore HcoV-229E avvenuta con la trasmissione da uomo a uomo.
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