ROMA. La pubblicità che irrompe sullo schermo durante una trasmissione in diretta è un'esperienza, poco gradita, che non riguarda più solo gli spettatori tv: i consigli per gli acquisti sbarcano anche su Facebook all'interno della funzione Live, che consente di «andare in onda» sul social attraverso la telecamera dello smartphone.
Ciascun utente può fare una diretta ma le pubblicità, almeno per ora, entreranno soltanto nei 'live' curati da alcune realtà editoriali.
«Stiamo conducendo un piccolo test in cui un gruppo di editori ha la possibilità di inserire una breve interruzione pubblicitaria nei suoi video di Facebook Live», ha spiegato la società di Mark Zuckerberg. Gli spot avranno una durata massima di 15 secondi.
Al momento non è chiaro se chi sta trasmettendo avrà la possibilità di «dare la linea alla regia», con la reclame mostrata a tutti gli utenti contemporaneamente, o se invece la pubblicità sarà inserita a discrezione di Facebook.
In futuro è presumibile l'arrivo di inserzioni ad hoc per Facebook Live, ma al momento gli spot sono gli stessi di altre campagne pubblicitarie presenti sul social. I brand reclamizzati possono però defilarsi per non rischiare di essere associati a contenuti poco piacevoli, ad esempio a fatti cruenti di cronaca.
Lanciato un anno fa e pian piano esteso a tutti gli iscritti, Facebook Live è infatti impiegato dai media come mezzo per trasmettere facilmente dal luogo in cui sta accadendo qualcosa.
Questo utilizzo non è proprio solo dei giornalisti: sono state centinaia, ad esempio, le persone andate in diretta durante il tentato golpe turco, e lo strumento è stato usato anche da una donna di colore del Minnesota per documentare l'uccisione del proprio compagno da parte di un poliziotto.
A differenza degli utenti comuni, tuttavia, alcune realtà editoriali tra cui il New York Times, così come varie celebrità, sono pagate da Facebook per trasmettere con Live. Un investimento che, secondo il Wall Street Journal, ammonterebbe a 50 milioni di dollari. La pubblicità può quindi rappresentare un modo alternativo per remunerare chi contribuisce a far decollare Live in un comparto, quello dei filmati, caro a Facebook.
«Siamo molto contenti per i nostri progressi sul fronte dei video», ha infatti detto Zuckerberg solo pochi giorni fa, commentando i risultati finanziari oltre le attese ottenuti proprio grazie alle crescenti entrate pubblicitarie su smartphone e tablet.
E gli introiti pubblicitari sono aumentati anche su Instagram, social delle immagini appartenente a Facebook, che ha appena lanciato «Storie»: un racconto della giornata con foto, disegni e brevi video, che scompare dopo 24 ore. È la fedele copia delle «Storie» di Snapchat, già aperte agli editori.
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