MILANO. La conquista dello spazio è stata pagata a caro prezzo dagli astronauti delle missioni Apollo, che hanno letteralmente lasciato il loro cuore sulla Luna: a distanza di quasi mezzo secolo da quelle avventurose spedizioni, si registra nei loro equipaggi una mortalità per malattie cardiovascolari che è quasi 5 volte superiore alla media.
La colpa potrebbe essere dei raggi cosmici, a cui sono stati esposti con un'intensità mai raggiunta dagli altri astronauti impegnati nell'orbita terrestre: a indicarlo sono i risultati di uno studio dell'Università della Florida pubblicato su Scientific Reports.
«I dati ci suggeriscono ancora una volta che i raggi cosmici rappresentano una pericolosa incognita per le future missioni su Marte», afferma Paola Verde, tenente colonnello medico sperimentatore di volo del Centro Sperimentale di Volo dell'Aeronautica Militare.
«Studi precedenti avevano già dimostrato una correlazione tra radiazioni ionizzanti e insorgenza di cancro e malattie degenerative. Nei topi - precisa - è stato osservato anche un declino cognitivo legato alla degenerazione dei neuroni, un problema che potrebbe avere anche un'origine vascolare».
Per fare luce sulla questione, Michael Delp dell'Università della Florida ha esaminato le cartelle cliniche di sette astronauti partiti alla conquista della Luna tra il 1968 e il 1972 e ormai deceduti. Dall'analisi dei dati è emerso che le malattie cardiovascolari sono state la causa del decesso quasi nella metà dei casi. Un numero sorprendente, 4-5 volte più alto rispetto a quanto riscontrato negli altri astronauti rimasti a Terra o impegnati entro l'orbita terrestre bassa.
L'idea che la causa sia da ricercare nell'intensa esposizione ai raggi cosmici sarebbe confermata da un esperimento che il gruppo di Delp ha condotto sui topi, esponendoli ad una quantità di radiazioni paragonabile a quelle degli astronauti dell'Apollo: a distanza di sei mesi, l'equivalente di 20 anni per l'uomo, i roditori hanno cominciato a mostrare un decadimento delle arterie, il primo passo verso l'aterosclerosi che apre le porte a malattie cardiovascolari più gravi come l'infarto.
Sarà dunque di vitale importanza capire fino a che punto i raggi cosmici possano minacciare la salute, visto il crescente interesse per nuove spedizioni umane nello spazio profondo: la Nasa ha già annunciato missioni nell'orbita lunare tra il 2020 e il 2030, in vista dei viaggi su Marte; Russia, Cina e Agenzia spaziale europea (Esa) stanno programmando nuove missioni lunari; la società privata Space X, infine, si è posta l'obiettivo di portare l'uomo su Marte entro il 2026.
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