ROMA. La Nebulosa di Orione è un sorprendente vivaio di pianeti: per la prima volta un telescopio, il Very Large Telescope (Vlt) dell'Eso (European Southern Observatory) in Cile, ne ha esplorato l'interno, scoprendo un quadro inimmaginabile di piccole stelle e pianeti nascenti. I dettagli del lavoro, coordinato da Holger Drass, dell'università della Ruhr di Bochum, sono pubblicati sulla rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society. L'immagine spettacolare, la più profonda finora ottenuta della Nebulosa di Orione, mostra la presenza di un numero di stelle nane brune e di oggetti simili a pianeti dieci volte maggiore di quanto si sapesse finora. Una scoperta che mette in forse lo scenario, finora ritenuto valido, di formazione stellare della Nebulosa di Orione, che si estende per 24 anni luce nella costellazione di Orione ed è visibile ad occhio nudo dalla Terra. ''Comprendere quante stelle di piccola massa si trovino nella Nebulosa di Orione è molto importante per definire meglio le attuali teorie sulla formazione stellare'', commenta Amelia Bayo, dell'università di Valparaiso, co-autrice dello studio. Questa nuova immagine ha mostrato un'inaspettata abbondanza di oggetti di massa molto piccola, il che suggerisce che la Nebulosa di Orione possa fabbricare, in proporzione, molti più oggetti piccoli di altre regioni di formazione stellare, più piccole e meno attive. Per capire come si formano le stelle, gli astronomi contano quanti oggetti si formano in regioni come la Nebulosa di Orione. Prima di questa ricerca, gli oggetti più numerosi avevano masse di circa un quarto della massa del Sole: la scoperta di nuovi oggetti ha mostrato invece che ne esistono con una massa molto minore, facendo così ipotizzare che il numero di oggetti di massa planetaria possa essere molto maggiore di quanto finora pensato.