ROMA. Ultime ore di viaggio per la sonda Juno, che si prepara a incontrare Giove nel giorno dell'Indipendenza degli Stati Uniti. Un evento atteso da cinque anni (tanto è durato il viaggio della sonda della Nasa) e che promette 'fuochi d'artificio': quando entrerà nell'orbita di Giove (in Italia saranno le 5.35 del mattino del 5 luglio), Juno sarà immersa nell'ambiente più ricco di radiazioni del Sistema Solare, bersagliata dall'equivalente di 100 milioni di
radiografie.
Lanciata il 5 agosto 2011, Juno (JUpiterNear-polarOrbiter) è stata programmata per un incontro con Giove avvincente come un thriller. La sonda sarà infatti immersa nel gigantesco campo magnetico del pianeta; altre radiazioni proverranno dalle particelle liberate dai vulcani della più interna delle lune di Giove, Io.
Senza contare che lo strato di idrogeno nascosto sotto le nubi di Giove, in condizioni di pressione incredibili, potrebbe comportarsi come un conduttore elettrico.
A guidare Juno anche in questa parte del suo viaggio il sensore d'assetto italiano Autonomous Star Tracker, realizzato da Leonardo-Finmeccanica. Sono italiani anche due dei nove strumenti scientifici: lo spettrometro Jiram
(JovianInfraRedAuroral Mapper) finanziato dall'Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e realizzato da Leonardo-Finmeccanica a Campi Bisenzio (Firenze) sotto la responsabilità scientifica dell'Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali
dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Iaps-Inaf), e KaT (Ka-Band Translator), progettato dall'Università Sapienza di Roma e realizzato dalla Thales Alenia Space Italia con il supporto dell'Asi.
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