ROMA. Usare mattoncini Lego per studiare scientificamente le complesse dinamiche della creatività. Prova a farlo il progetto Lego Pixel Art, coordinato da Vittorio Loreto, della Sapienza di Roma, presente nello spazio espositivo di #EuFactor, una campagna della Commissione Europea per avvicinare i giovani al mondo delle scienza che si è svolta a Roma. Si pesca una parola, ad esempio «occhiali», e con i cubetti bisogna rappresentarla in immagine, cercando di essere originali e usare pochi pezzi, il resto lo fa il software che analizzando tutti i dati messi dagli utenti studia come evolvono nel tempo le immagini create e quali vengono considerate le migliori. Sembra un banalissimo gioco ma in realtà è un esperimento scientifico nato per capire come si diffondono le soluzioni creative. «Lego Pixel Art - ha spiegato Loreto - è uno dei vari progetti 'gioco' a cui stiamo lavorando per provare a rendere oggettivo e quantitativo la creatività delle persone». Un esempio è la rappresentazione di «occhiali»: «I primi utenti li disegnavano senza profondità, usando sempre uno schema comune - ha spiegato Pietro Favino, uno dei ricercatori che ha sviluppato il progetto - ma dopo un pò di tempo un partecipante li ha disegnati in prospettiva anche con le aste. È diventato subito il nuovo standard preferito». Che siano nuovi occhiali-Lego o idee rivoluzionarie si tratta sempre e comunque di innovazione e l'obiettivo di Lego Pixel Art è quello di raccogliere il maggior numero possibile di informazioni da cui partire per capire meglio quali percorsi seguano le idee considerate innovative. Per partecipare al gioco-esperimento basta collegarsi al sito kreyon.net e seguire le indicazioni, fino al 15 luglio è possibile anche partecipare al concorso per le migliori rappresentazioni.