Twitter rompe il limite dei 140 caratteri, il semiologo: "Si accorcia la distanza sociale da Facebook"
PALERMO. “E’ probabile che la distanza tra il social network Facebook, che si ritiene più adatto alle classi meno colte, e Twitter, che si è pensato sempre per le classi più colte, si stia accorciando”. E’ questa l’opinione del saggista e professore ordinario di Semiotica all'Università di Palermo, Gianfranco Marrone all’indomani della conferma ufficiale che Twitter rompe il limite storico dei 140 caratteri, per tentare il rilancio della piattaforma che continua a non convincere Wall Street. Nei prossimi mesi i cinguettii diventeranno più lunghi grazie a un escamotage: non verranno più inseriti nel conteggio dei caratteri le foto, i video e il nome utente. E quindi ci sarà più spazio per il testo. “Penso che l’aumento del numero di caratteri che Twitter ha annunciato è più un’operazione di marketing che un reale cambiamento nella comunicazione - spiega Marrone - Le difficoltà di mercato che la società ha registrato negli ultimi mesi con molta probabilità hanno certamente spinto verso un aumento anche se limitato della possibilità di scrivere qualcosa in più. Ma dal punto di vista della comunicazione la scarsità di caratteri che ha da sempre imposto Twitter implica invece uno sforzo di sintesi, che rende il messaggio più immediato”, conclude il professore Marrone. Anche se Jack Dorsey, amministratore delegato e fondatore della società precisa: “Una delle nostre più grandi priorità è renderlo più semplice e veloce”, poche ore prima il rivale Facebook ha lanciato lo streaming video non-stop, una nuova opportunità per i media. Facebook Live, così si chiama la funzione, passa dai 90 minuti a 'non-stop' e consentirà ad utenti e soprattutto a media e broadcaster di trasmettere video in streaming sul social network attraverso smartphone e tablet. Il professore Gianfanco Marrone si spinge oltre e rilancia una nefasta profezia: “Penso che questa scelta di marketing di aumentare il numero dei caratteri per Twitter rischia di danneggiare il social network anziché avvantaggiarlo”. Twitter ha compiuto 10 anni a marzo, un compleanno un po' amaro. La società dei cinguettii ha chiuso il primo trimestre 2016 con un rosso di 80 milioni di dollari (anche se dimezzato rispetto all'anno scorso), i ricavi sono saliti del 36% ma sotto le attese degli analisti. E stentano ad aumentare gli utenti attivi: sono a quota 310 milioni, in leggera crescita rispetto ai 305 milioni dell'ultimo trimestre 2015 ma ben lontani da quelli di Facebook, Instagram e delle chat come WhatsApp, cresciuti esponenzialmente.