ROMA. Un mondo senza password non solo è possibile ma è anche auspicabile: praticamente ogni sito, servizio, app ne richiede una per l'accesso e la pigrizia - talvolta stupidità - umana fa sì che la parola chiave impostata sia anche l'elemento di debolezza più sfruttato dai criminali informatici per rubare dati personali e soldi. In un futuro in cui la biometria pare la candidata più promettente a sostituire codici e pin anche Apple è della partita, puntando sulle impronte digitali. In circolazione da anni, è solo con l'arrivo del Touch ID sull'iPhone 5s nel 2013 che i lettori di impronte digitali sono cominciati a diventare un «must» per gli smartphone di fascia alta. Servono a sbloccare i telefoni senza dover ricordare un codice numerico ma anche per scaricare applicazioni ed effettuare micro pagamenti. Secondo le ultime indiscrezioni, rilanciate in vista della prossima conferenza per gli sviluppatori della Mela morsicata, Apple starebbe pensando di eliminare le password anche sui suoi Mac. Non introducendo un lettore di impronte sulla nuova generazione di pc (opzione da non escludersi per il futuro), ma integrando nel nuovo sistema operativo una funzione che consenta di abbinare via bluetooth l'iPhone e di sfruttarne il Touch ID per riconoscere l'utente. Tra non molto non serviranno più nemmeno i sistemi di doppia autenticazione - da anni utilizzati dalle banche e adottati sempre di più anche dai servizi online - e nemmeno le applicazioni che fanno da portachiavi di tutte le password (che non sono immuni agli hacker) per accedere alle decine di piattaforme online cui siamo registrati. Ma al di là di soluzioni futuristiche che pensano di poter sfruttare persino il pensiero o i tatuaggi, di sistemi biometrici per accedere a strumenti informatici se ne cominciano a vedere sempre di più. Con Windows 10 Microsoft ha introdotto Hello: su pc e Surface di ultima generazione, dotati di lettori ad hoc, il sistema permette di riconoscere l'utente dalle sue impronte, ma non solo. Windows Hello consente anche il riconoscimento del volto e dell'iride con dispositivi che hanno fotocamere che supportano queste opzioni. Il volto è già strumento di riconoscimento per i pagamenti col cellulare: uno degli ultimi esperimenti è il PaySelfie di MasterCard, già testato da un anno negli Usa e in Olanda. Un «selfie» per pagare - foto e video - è anche l'idea di un gigante dell'e-commerce come Amazon, che avrebbe depositato un brevetto apposito. L'app Hands Free di Google per pagare senza tirar fuori il portafogli o il telefono sfrutta il riconoscimento vocale, altra opzione percorribile anche se non ancora perfezionata.