ROMA. Non più campagna e boschi: la Terra è ormai diventata un pianeta urbano, dove oltre la metà della popolazione (54%) vive nelle città, destinate a diventare sempre più grandi. Megalopoli che divoreranno sempre più l'ambiente circostante, con un enorme dispendio di energia, ma che possono anche essere un prezioso laboratorio per rendere più efficienti i consumi di energia. A prevedere come si evolverà il mondo nel prossimo futuro è un numero speciale dedicato dalla rivista Science al 'Pianeta urbano'. Entro il 2050, stima Daniel Kammen, dell'università della California di Berkeley, due persone su tre vivranno in città. A mostrare la crescita vertiginosa degli ambienti urbani, sono dati e tabelle pubblicati dai ricercatori, che analizzano l'evoluzione dal 1950 al 2030 delle 200 città più grandi del mondo. Si può così vedere che in Italia ad esempio, Roma e Milano finiranno per diventare le uniche due 'megalopoli', facendo 'sparire' le altre città. Ma se fino a qualche decennio fa, la maggior parte degli abitanti delle città nel mondo era concentrata in Europa e Nord America, entro il 2030 lo saranno in Asia e Africa. Solo a titolo di esempio, riporta lo studio, Cina, India e Nigeria avranno 1 miliardo in più di residenti nelle città nei prossimi decenni, con la maggiore crescita in quelle con meno di un milione di abitanti. Tuttavia, si stima che il 60% delle aree urbane che ci sarà entro il 2050 deve essere ancora costruito. Tutto ciò avrà un forte peso ambientale, dato che la popolazione delle città contribuisce al 70% dei gas serra di origine umana. Il consumo di suolo per fornire cibo, energia ed acqua è immenso, e l'impronta ecologica di una città è 200 volte più grande dell'area che occupa. Molte aree urbane si stanno allargando a macchia d'olio, ancora più velocemente della crescita del numero di abitanti, 'divorando' campagna, natura e boschi, invadendo le aree a maggiore biodiversità, alterando l'ambiente e inquinando aria e acqua. Uno dei cambiamenti più marcati può essere la trasformazione delle città in 'isole di calore', molto più calde delle aree suburbane e rurali circostanti. Tonnellate di cemento e asfalto assorbono e irradiano calore, rendendo i centri delle città molto più caldi, con differenze anche di 8 rispetto alle periferie. Ma la crescita delle città non è solo rovina e sventura. Secondo i ricercatori possono essere una grande opportunità per sfruttare meglio le energie rinnovabili. Ad esempio, se Londra ottimizzasse le facciate dei suoi edifici con pannelli solari, potrebbe aumentare l'irradiazione solare fino al 45%, mentre in Cina, progettando gli edifici in modo da incanalare meglio il vento, si potrebbe far generare alle turbine molte volte di più di energia. Il fatto che vi siano tante persone concentrate in aree relativamente piccole offre poi la possibilità di aumentare l'efficienza: gli abitanti delle città potrebbero usare meno energia, per persona, rispetto ai residenti delle aree rurali, con l'adozione delle giuste politiche e infrastrutture.